Multe care a chi sosta contromano

CONSELVE
Parcheggi “contromano” severamente vietati a Conselve. Gli automobilisti che vedono un posto libero dall’altro lato della strada e parcheggiano in senso opposto a quello di marcia rischiano la multa. Solo l’anno scorso a Conselve su 2.005 violazioni accertate ben 346 riguardano appunto la sosta contromano.
«Non si tratta di accanimento – spiega Luciano Legnaro, comandante della polizia locale – ma di una misura di sicurezza. Questa violazione viene contestata poco, o addirittura per nulla, eppure parcheggiare in questo modo comporta un gravissimo pericolo per la circolazione. Quando la contestiamo in tanti non si rendono nemmeno conto di aver violato il codice. L’automobilista entra ed esce in senso contrario a quello di marcia e il più delle volte esegue manovre azzardate che possono creare pericoli a chi transita nella strada».
Le altre infrazioni maggiormente contestate sono l’eccesso di velocità (143 casi e 407 punti decurtati dalla patente), comunque in netto calo rispetto all’anno precedente, e il passaggio di autocarri nelle zone di divieto (106 casi). Continua anche il controllo nei parcheggi riservati ai disabili, soprattutto di fronte al centro commerciale Lando, dove l’anno scorso sono state staccate ben 290 multe. «In calo invece le contestazioni per il mancato uso della cintura di sicurezza e il divieto di sosta nelle zone con disco orario. – prosegue Legnaro – E’ sceso anche il numero degli incidenti: noi ne abbiamo rilevati 21, dei quali 13 con feriti, 1 in prognosi riservata, e solo 8 con danni materiali. Nonostante la carenza di personale siamo riusciti a garantire l’attività di prevenzione pressoché ogni giorno e non ci siamo limitati al controllo del traffico, alla presenza durante le manifestazioni e agli atti amministrativi. L’anno scorso la videosorveglianza è stata molto utile. Abbiamo preso in esame 76 casi, scaricando le registrazioni della centrale operativa su richiesta dell’autorità giudiziaria e di privati. Si tratta per lo più di scippi, furti, atti vandalici, molestie, abbandono di rifiuti: in diversi casi il ricorso ai video è stato determinante».
Nicola Stievano
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