Muore d’infarto a casa La sorella: «Era malato e nessuno l’ha aiutato»

TREBASELEGHE. Stroncato da infarto in casa, da un paio d’anni soffriva di una grave patologia cardiaca. Cordoglio in paese per l’improvvisa fine di Alessandro Gatto, trovato morto sabato verso le 17 dalla sorella Laura, avvisata dagli amici che non riuscivano a contattare Gatto. Il decesso risaliva probabilmente alla notte. Sul posto anche i carabinieri e il medico per stilare il certificato di morte.

Gatto, aveva 47 anni, viveva da solo e lavorava a Massanzago come operaio specializzato nella pulitura di metalli ferrosi. Ultimamente srava male anche sul lavoro e questo lo preoccupava molto. A vedere Gatto per ultimi i suoi amici. «Giovedì era qui al bar» dichiara Andrea Martinato, titolare del locale frequentato da Gatto, « venerdì sera era atteso dagli amici per un aperitivo, ma non si è visto. Sabato doveva andare a pranzo, ma non è andato».

Fra i primi ad allarmarsi è stato proprio Martinato. Anche nel gruppo che Gatto frequentava si è diffusa una certa preoccupazione perché la sua auto era davanti a casa. «Abbiamo tentato di contattare un po’ tutti, anche i familiari, per vedere se magari si fosse fermato da qualcuno. Eravamo tutti mobilitati perché conoscevamo le sue condizioni» afferma Martinato.

«Siamo tanto dispiaciuti», aggiunge ancora Martinato, «Alessandro era una persona benvoluta e aveva un cuore d’oro. Ha avuto una vita sfortunata e ne soffriva. Molte volte gli è stata sbattuta la porta in faccia e non se lo meritava proprio. Gli abbiamo tutti voluto un gran bene».

«Mio fratello ne ha passate veramente tante», singhiozza Laura, sua gemella, «ultimamente aveva perso il lavoro a causa della salute malferma. L'estate scorsa, nonostante l'aneurisma, gli avevano pure tolto la pensione d'invalidità: secondo loro, stava bene. Si è visto abbandonato, ha chiesto aiuto a tutti, anche al Comune. Era buono e disponibile con tutti, a volte un po' ingenuo, ma è stato abbandonato da chi poteva aiutarlo». Alessandro lascia anche un fratello, Vinicio. —

G.A.

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