Muore in auto, il figlio vede l’incidente

La donna va a sbattere contro un’altra vettura sulla regionale 11. Poco dopo passa lo scuolabus con a bordo il ragazzo
Di Cristina Salvato
FERRO INCIDENTE MORTALE MESTRINO
FERRO INCIDENTE MORTALE MESTRINO

MESTRINO. Inspiegabile l’incidente stradale che è costato la vita ieri mattina alle 7 a Roberta De Franceschi, 49 anni, impiegata al Cup dell’Usl 16 dell’Ospedale dei Colli: con la sua Fiat Panda è andata a sbattere contro un’auto ferma in mezzo alla regionale 11, perché intenta a svoltare a sinistra, dentro il centro commerciale La Fornace. I traumi dell’impatto al torace e al capo sono stati talmente gravi da causarne il decesso immediato. Il figlio tredicenne della donna è passato pochi minuti dopo l’incidente, a bordo dello scuolabus diretto alle scuole medie: ha riconosciuto l’auto della madre, ma fino alle 12.30 l’hanno tenuto all’oscuro di quanto era accaduto. Poi però i compagni, grazie ai telefoni cellulari che tenevano in classe nonostante il divieto della scuola, hanno iniziato a diffondere la notizia, giunta loro attraverso internet e i social network. A quel punto la vicepreside, Salvatrice Albanese, ha preferito farlo uscire dalla classe e farlo venire a prendere dai familiari. Il ragazzino è rimasto solo con il padre, di 71 anni, malato.

È inspiegabile l’incidente perché alle 7 del mattino la regionale 11 a Mestrino è un lungo rettilineo di mezzi in transito: di certo non si può correre a velocità sostenuta. L’auto in mezzo alla strada (una Peugeot 3800 condotta a una donna) era ferma e ben visibile. Forse Roberta De Franceschi si è distratta oppure ha accusato un malore: gli agenti di polizia locale del Consorzio Padova Ovest non hanno riscontrato sull’asfalto alcun segno di frenata. L’auto di Roberta è andata a sbattere contro la Peugeot, accartocciandosi e imprigionandola all’interno dell’abitacolo. I soccorritori non hanno potuto, purtroppo, che costatarne il decesso. Per la conducente dell’altro veicolo, invece, solo alcune contusioni. Roberta De Franceschi era uscita dalla casa di via Fuà ad Arlesega alle 7 meno un quarto: era diretta come ogni mattina, a bordo della sua vecchia Panda, all’ospedale dei Colli, dove lavorava al centralino che si occupa delle prenotazioni. «Era uscita di casa alla solita ora», racconta il compagno, Giovanni Nalesso, «e non era in ritardo, quindi non era di fretta. Alla guida era prudente e l’auto era in buone condizioni. Non conosco ancora la dinamica dell’incidente, ma non me ne capacito. Era allegra, gentile, disponibile ad aiutare tutti. Diceva sempre, scherzando, quando parlavamo della mia salute, che se ne sarebbe andata prima di me. Non credevo certo che si sarebbe avverato». Le parole si strozzano in gola a Giovanni, e le lacrime gli salgono agli occhi, pensando alla compagna di vita che non c’è più. Roberta e Giovanni si erano conosciuti nel 1986 all’ospedale, dove entrambi lavoravano, lui come infermiere. Originario di Altichiero lui, lei invece di Selvazzano, dapprima erano andati a vivere a Mestrino, poi da alcuni anni si erano trasferiti nella frazione di Arlesega. Tredici anni fa era nato loro figlio, che adesso frequenta la scuola media. «Sono preoccupato per lui» continua Giovanni, «perché a causa delle mie condizioni di salute era Roberta che si occupava di tutto. Questo, poi, doveva essere un momento di festa, perché giovedì nostro figlio deve andare a fare la cresima. Invece è il momento del dolore». Roberta lascia i genitori, che vivono a Tencarola, un fratello a Vicenza e tre sorelle a Rubano.

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