«Musica troppo alta in palestra», è scontro con i vicini

Succede alla Guizza, causa tra un residente e i responsabili di “Zero Dieci”. Lui: «Il giudice mi ha dato ragione». La struttura: «Ma lui ci ha tirato le uova»

GUIZZA. È arrivata in tribunale la diatriba tra il signor Alfredo Zarantonello, residente in via dei Salici alla Guizza e la vicina palestra Zero Dieci, in via Guasti 12/H2. Nata quattro anni fa come una bega tra vicini di casa, legata soprattutto al volume della musica della palestra, la questione è ora in mano ai legali delle rispettive parti. E, se da un lato c’è un’accusa per rumori molesti, dall’altro rispondono con una denuncia (da formalizzare) per «lancio di uova» ed improperi vari.

La battaglia è partita nel 2010: «La palestra organizzava un corso di fitness durante il quale veniva riprodotta musica al altissimo volume, ben percepibile dal giardino ed anche dall’intero di casa mia» spiega Zarantonello.

Già all’epoca, infastidito dal problema, l’uomo aveva «invitato i gestori ad adottare tutte le misure idonee a far rientrare i rumori entro le soglie di tollerabilità. La Zero Dieci, però» puntualizza Zarantonello «si è opposta non soltanto all’interruzione delle attività, ma anche all’adozione di misure di insonorizzazione». Dopo essere passata per la Municipale e per il settore inquinamento acustico del Comune, la questione è arrivata davanti al giudice di pace. È stato inviato un consulente tecnico d’ufficio, il quale dopo tutti gli accertamenti del caso ha riportato le osservazioni in una dettagliata relazione. La quale, sottolinea Zarantonello, conclude che: «il disturbo generato dalla musica e dal parlare nella sala fitness supera il limite della normale tollerabilità. Il valore differenziale supera il limite di +10 decibel. Alla palestra, ora, non resta che adeguarsi alle disposizioni che il Giudice emetterà per far cessare le violazioni», afferma il residente «Oltre al dovuto risarcimento di tutte le spese legali da me sostenute ed eventuali danni, causati dall’esposizione prolungata al rumore».

La replica degli accusati non è meno diretta: «A suo tempo il controllo dell’amministrazione c’era stato, e ci aveva dato ragione», commenta Elena Pegoraro, una dei titolari «abbiamo tutta la documentazione che lo dimostra. La persona in questione però, non contenta di quella sentenza, ha continuato a disturbare il nostro lavoro: ha chiamato più volte i vigili, ma soprattutto ha espresso il suo dissenso lanciando uova contro le nostre finestre, portando sporco, cattivo odore e la possibilità di malattie. Abbiamo fatto un esposto in Questura, pregandolo di non continuare». Poi è arrivata la relazione del perito esterno: «quella citata dal signor Zarantonello» spiega Pegoraro «non è che la chiusa del documento, preceduta da tutta una serie di osservazioni tecniche.

In realtà si parla di un livello di abbattimento del suono, tra interno ed esterno, lievemente inferiore agli standard. Noi però siamo in affitto, sarà compito dei proprietari decidere come gestire l’eventuale cambio dei serramenti».

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