Nasce l’osservatorio OpenGates «C’è un razzismo molecolare»

Lo chiamano “razzismo molecolare”. Sono piccoli episodi che si verificano ogni giorno in città e di cui sono vittima soprattutto gli adolescenti, immigrati di seconda generazione, sugli autobus, al supermercato, a scuola, nelle piazze. Passano sotto silenzio perché non sfociano nel fatto eclatante, ma tutti insieme costruiscono un substrato di discriminazione che cresce e che - incredibilmente - è più spesso oggi di quanto non lo fosse pochi anni fa. Rilevare, studiare, denunciare, prevenire questi episodi sono gli obiettivi dell’osservatorio sulle discriminazioni, uno dei progetti messi in campo da Open Gates, la nuova associazione che riunisce Perilmondo onlus, Sconfinamenti e VisAVis e che farà il suo debutto pubblico stasera in piazzetta Gasparotto promuovendo, nell’ambito di Yucca Fest, un dibattito su “Migrazioni e salute nella pandemia” insieme a Mediterranea Padova.
Open Gates nasce dall’incontro fra realtà che già da tempo si occupano di migranti. «Noi di Perilmondo lo facciamo dal 2004», spiega Matilde Bramati, che della onlus è presidente e lo sarà anche della nuova associazione. «Ci siamo occupati di cooperazione, formazione ed educazione e dal 2015 anche di supporto legale. Con VisAVis, lo sportello legale del BiosLab, e Sconfinamenti c’era già una collaborazione. Ora tutti avevamo l’esigenza di rinnovarci, anche per far fronte a nuove situazioni, e i è sembrato giusto mettere insieme le forze».
«La novità più importante», spiega Omid Firouzi Tabar, ricercatore e attivista del BiosLab, il laboratorio sgomberato ad agosto dell’anno scorso, «sta nell’approccio: riuniamo studio e lotte, ricerca e supporto. C’è il volontariato e ci sono figure professionali. Vogliamo evitare ogni forma di paternalismo, di assistenzialismo. Al centro di tutto ci deve essere la soggettività migrante, il singolo caso, con tutti i suoi elementi di complessità. Dobbiamo de-colonizzare i nostri sguardi e dare vita a forme di solidarietà e a buone pratiche capaci di smarcarsi da ogni forma di vittimizzazione». Open Gates decolla con un piano di lavoro che prevede percorsi di studio, con il coinvolgimento di ricercatori dell’università, laboratori di formazione per operatori, educatori, avvocati e mediatori, un ambulatorio di salute popolare, uno sportello di supporto legale per richiedenti asilo, corsi di formazione linguistica, uno sportello sociale di mappatura e segnalazione dei servizi sul territorio, l’Osservatorio sulle discriminazioni e - altra novità - uno sportello etnopsicologico che fa capo al progetto di Noemi Galleani. «Ospiteremo tirocini grazie a una convenzione con l’università», spiega Matilde Bramati. «È una forma di sostegno e di ascolto per i richiedenti asilo più vulnerabili che hanno storie spesso molto difficili».
Pronti, via e Open Gates sarà subito in scena, insieme ad Ailuros, con un progetto che è stato premiato con il bando dei quartieri: si chiama “Io vengo non importa da dove” e partirà ad agosto, con tre performance precedute da laboratori immersivi che, tra l’altro, sfideranno i padovani a mettersi nei panni dei migranti. Contemporaneamente la nuova associazione si calerà nella realtà di piazza Gasparotto, insieme alle realtà che lì operano da tempo e con il Comune, per misurarsi con un’area in cui le migrazioni si presentano in tutta la loro complessità. —
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