Nel cimitero di Abano ci sarà un’area per i non cristiani

Previsto anche uno spazio per seppellire i bimbi nati morti L’assessore Bano: «È una questione di rispetto verso tutti»
Federico Franchin
Cimitero Abano..CARLON
Cimitero Abano..CARLON

ABANO

Un cimitero moderno, aperto a tutti, che sappia accogliere le necessità di quanti hanno perso il loro figlio prima ancora della nascita e di quanti professano altre religioni. Il camposanto di Abano, sito in via Tito Livio, sarà sempre più moderno e soprattutto tra i più aperti di vedute non solo della provincia, ma del Veneto. Il piano regolatore cimiteriale, che approderà presto in consiglio comunale, non sarà solamente l’occasione per garantire l’adeguata sepoltura a tutti i cittadini aponensi, ma anche occasione per realizzare due nuove zone, assegnate a due campi diversi dal solito. «Nel piano regolatore», esordisce l’assessore ai Lavori Pubblici, Gian Pietro Bano, «è stata prevista un’area per consentire la sepoltura delle salme ai parenti dei defunti che professavano altre religioni, diverse dal cristianesimo. Ci sono ovviamente esigenze diverse rispetto a chi è cristiano. Per esempio un parente del defunto islamico non vuole veder sepolto il proprio caro magari vicino a chi ha sulla sua tomba il crocifisso. È una questione di rispetto verso tutti, per dare la possibilità a chiunque di trovare lo spazio adeguato nel nostro camposanto. Ad oggi è prevista l’area, ma non abbiamo ancora definito il numero di sepolture».



Nel rinnovato cimitero di Abano ci sarà anche uno spazio riservato alla sepoltura dei bimbi nati morti. «Verranno sepolti i bimbi nati morti, mentre per la sepoltura dei prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane e che non siano stati dichiarati come nati morti, i permessi di trasporto e seppellimento sono rilasciati dall’Usl», spiega il vicesindaco Francesco Pozza. «A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane».

La questione è già approdata in commissione consiliare. «Stiamo riflettendo sul nome da dare all’area riservata ai bimbi nati morti e ai prodotti abortivi», annota il consigliere Maurizio Tentori. «Crediamo sia un gesto importante e d’amore verso le nostre famiglie, che hanno dovuto affrontare episodi luttuosi di questo tipo». —



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