Nel cuore dell’Arcella il commercio è cinese

Nel quartiere con il 32 per cento di stranieri (contro la media nazionale del 15) salgono a quota 47 gli esercizi orientali
BARSOTTI - NUOVO NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO "MIT" IN PIAZZALE STAZIONE
BARSOTTI - NUOVO NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO "MIT" IN PIAZZALE STAZIONE

PADOVA. In continuo aumento la presenza cinese all’Arcella, attività commerciali comprese. Un quartiere dove, in base ai dati diffusi dal Comune su Padovanet, alla fine del 2017 gli stranieri regolari sono arrivati a quota 32 per cento mentre la media sul territorio comunale è ferma al 15 per cento da diversi anni.

L’ultima vetrina a cambiare insegna è stata quella del negozio cosmetica e di benessere Lillapois (Gruppo Auchan), che si trovava in via Aspetti a fianco della farmacia Brizzi. Ora è un negozio cinese di articoli per la casa. E così nelle vie Aspetti, Vecellio, Reni, Ansuino da Forlì, Buonarroti, Durer, Borgomagno ed Annibale da Bassano, risulta che, attualmente, i negozi ed i locali pubblici gestiti dai cinesi sono 47.

I più numerosi sono quelli situati tra via Annibale da Bassano e l'incrocio tra via Aspetti e viale Arcella. In maggioranza sono bar, tra cui il Mary sul cavalcavia, il nuovo bar-tabaccheria Vittoria all'incrocio con via Selvatico, l'ex Orange in viale Arcella, il Sottovento e La Galleria, a San Carlo, l’Orca Loca a San Bellino. Numerosi sono anche i ristoranti. Tra questi il Mode Sushi, Viale 16, Sushi Myo (ex Pizzeria Al Dazio), Nove Drago (per asporto), Kirin, l’ex Trattoria Arcella, dove si mangia e si beve all’italiana con 10 euro.

I cinesi spopolano anche tra i parrucchieri. I più numerosi si trovano sul lato nord di via Aspetti, tra cui Hair Golden, Salone Famoso, New Look e Lili, a fianco del Bingo Arcobaleno. Tanti anche i centri benessere. Tra i più noti Rondine, in via Da Bassano, quello di via Vecellio, a fianco dell’ex discoteca M2, il Centro Massaggi vicino via Colotti e quello in viale Arcella, a pochi metri dall’ingresso del santuario di Sant’Antonino. Non mancano i negozi specializzati in informatica, tra cui quello di via Aspetti, vicino l’Antonveneta, gestito da un giovane considerato il “mago” dei computer ed alcuni mini-market, sulla falsariga dei Bricocenter.

La crescita esponenziale delle attività gestite dai cinesi, però, non viene vista di buon occhio da alcuni arcellani. «Circa 50 negozi e locali sono, effettivamente troppi» osserva Paolo Bertipaglia, vice-presidente del comitato Arcella, Un Quartiere, Una Città; «Il Comune e gli altri enti competenti non possono restare alla finestra davanti ad invasione così massiccia dei negozi cinesi. La percentuale degli stranieri ha già raggiunto quota 32,02%. È arrivata l’ora di decentrare una parte di così tanti stranieri negli altri quartieri. Ad esempio, perché le famiglie straniere che meritano l'assegnazione di una casa popolare, non vengono sistemate negli altri quartieri, dove la percentuale degli immigrati è minore?».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova