Nel Padovano, azzerate per il virus 400 fra sagre e fiere: Pro loco, perdita di 30 milioni

PADOVA. L’emergenza sanitaria da coronavirus ha spazzato via 400 eventi organizzati dalle Pro Loco padovane. Solo da aprile a fine anno sono state cancellate 175 manifestazioni, sagre ed eventi nella provincia di Padova. Mettendo in serio pericolo le 97 Pro Loco del territorio che producono un indotto, diretto ed indiretto, di 30 milioni di euro all’anno: persi inesorabilmente con il milione di presenze che giravano intorno a questo mondo.
Pro loco ko. L’Unione delle Pro loco padovane (Unpli) rischia di essere messa in ginocchio da un mucchietto di cellule tanto invisibili quanto spaventose. Quello che sta accadendo nella provincia padovana e nella regione Veneto, si rispecchia perfettamente in tutte le altre regioni italiane. Parliamo di una costellazione che – secondo l’ultimo studio della Cgia di Mestre del 2019 (Confederazione dell’artigianato) – conta 6200 associazioni in Italia, di cui 4800 organizzano sagre e fiere.

Tutto azzerato. Parliamo di un giro di presenze, tra sagre e altri eventi, di 90 mila persone; parliamo di un mondo che ogni anno somma 25 milioni di ore di lavoro volontario: per l’immaginario collettivo sono sagre e fiere, mentre solo 7 milioni di ore sono destinate a questo tipo di eventi; altre 8 milioni di ore sono per concerti, presentazioni di libri e spettacoli e le restanti 10 milioni di ore sono impegnate per la gestione e il servizio di piccoli siti archeologici e musei. Niente male per un esercito di soldati della passione, capaci di amare la propria terra e le sue bellezze più di loro stessi e di produrre un indotto, diretto e indiretto, di 2, 1 miliardi di euro, di cui la regione Veneto detiene il 10%, ovvero 300-400 milioni di euro.
La reazione. Né questo mondo è rimasto con le mani in mano ad aspettare la fine di Covid-19: sul canale Youtube di Unipli (Unione nazionale Pro loco d’Italia) ci sono i viaggi virtuali per le belle terre padovane, ovvero #gioielli padovani. Inoltre le Pro loco stanno mappando e raccogliendo in un archivio digitale, i frammenti del patrimonio culturale materiale (monumenti, siti archeologici, chiese, musei) e immateriale (cerimonie, processioni, sagre, fiere, antiche tradizioni) di ogni regione. Un’operazione che sta occupando, in telelavoro, i ragazzi e le ragazze del Servizio civile. Il lavoro era già cominciato prima della quarantena, ma adesso si è rivelata un’incredibile occupazione “da casa”. Sul campo, le Pro loco torneranno l’anno prossimo, nel 2021. Impossibile pensare, in una sagra o in una fiera, di distanziare le persone. Proprio oggi sarebbe cominciata la “Cucina Veneta, tradizione e cultura” a Limena; domani era San Martino in Fiore a San Martino di Lupari e c’era anche la Festa di Primavera ad Ospedaletto Euganeo; e poi domenica si attendeva il mercato dell’Antiquariato a Piazzola sul Brenta. Ancora: il primo maggio la pedalata ecologica sulle rive del Brenta a San Giorgio in Bosco e il giorno dopo, sabato 2 maggio, ci sarebbe stato il Carnevale ad Arzergrante; mentre a Tribano era in calendario la festa dell’asparago e a Gazzo la festa della semina del riso. Nè ci saranno la Festa del sorriso e la Cena in piazza a Tombolo. Un fiume di eventi che avrebbe valorizzato luoghi e sapori: a giugno i piselli di Baone, la festa del cavallo a Legnaro e bigoli, schissotto e vin S-Ciaveto a Lozzo Atestino; a luglio la sagra di Sant’Antonio a Ospedaletto, il Camminamento di Ronda by-night a Cittadella e la festa dello sport a Casalserugo. –
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