Nel quartiere l’area dello spaccio diventerà un luogo per manifestazioni
PADOVA. Sembra Piano ma non è. È un altro fronte della rigenerazione urbana, un’altra faccia di quello straordinario laboratorio di sperimentazione che è oggi il quartiere. Si chiama Arcella In&Out, ha tanti attori protagonisti ma più di tutti gli studenti dell’istituto Valle e poi anche quelli del Briosco e del Curiel. L’obiettivo è rigenerare un pezzettino del quartiere, vicino a San Carlo, sottraendolo agli spacciatori e consegnandolo a una funzione sociale e condivisa. Ma come nei cantieri del G124 di Piano, c’è un lavoro di condivisione e di coinvolgimento ancora più importante dell’opera in sé.
dall’idea al progetto
«Tre anni fa abbiamo fatto una mostra nello spazio verde che c’è sotto il Pam, vicino alla parrocchia di San Carlo», racconta Andrea Sarno, vulcanico docente del Valle. «Finché l’iniziativa è andata avanti, gli spacciatori sono spariti perché quel luogo era sempre frequentato. Ne abbiamo parlato ancora l’anno scorso, facendo un progetto con l’Ordine degli architetti: ci sembrava che quello spazio potesse e dovesse essere restituito al quartiere come luogo di incontro». È nata così l’idea di partecipare a un bando del ministero.
un anno di attività
Arcella In&Out ha ottenuto un finanziamento e ora muove i primi passi: durerà un anno e, oltre alle tre scuole, coinvolgerà la cooperativa sociale Cosep, l’Ordine degli architetti, lo Iuav, il Comune e alcuni sponsor privati. L’obiettivo principale è la rigenerazione di uno spazio del quartiere. Ma parallelamente ci sono anche laboratori promossi dalle scuole nei propri spazi (ma dopo l’orario scolastico), con l’obiettivo di incontrarsi e di favorire l’incubazione di forme di imprese culturali, creative e innovative di quartiere.
uno spazio per tutti
Nell’area verde davanti al Pam sarà realizzata una struttura leggera, di minimo impatto, aperta, modulare, che potrà ospitare eventi, esposizioni, piccoli spettacoli, reading e qualsiasi altra iniziativa. «L’abbiamo immaginato come luogo di incontro attrezzato, che tutti possono usare», racconta Sarno. «In effetti la nostra iniziativa, senza saperlo, somiglia molto a quello che i ragazzi del G124 hanno fatto nel patronato di San Carlo. Il budget è ridottissimo, appena 15 mila euro, ma conta molto di più il fatto di realizzare quest’opera insieme alle realtà del quartiere, coinvolgendone il maggior numero possibile, perché poi il risultato sia proprietà collettiva». Con questo stesso scopo, la scuola si sta facendo promotrice della realizzazione di una piattaforma internet che metta in rete associazioni, scuole, società sportive e tutte le altre realtà dell’Arcella. Perché possano conoscersi e magari collaborare.
i laboratori
Nel frattempo sono partiti i laboratori sulla rigenerazione urbana, sul cinema, sulla fotografia, sulla realtà aumentata, sul riciclo creativo, sull’imprenditoria culturale. Ci sono centinaia di ore di incontri in programma. L’Arcella è un cantiere e un laboratorio. È un quartiere in fermento . —
Cristiano Cadoni
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