Nerone Nalesso, l’uomo dei Gap fucilato dai fascisti

Commesso di farmacia ventenne, apparteneva ai Gruppi di azione patriottica:con loro azioni liberarono alcuni prigionieri politici dal carcere giudiziario dei Paolotti. Ma il «tradimento» di un giovane partigiano portò alla sua cattura e condanna a morte nel marzo del 1945, pochi giorni prima della Liberazione
PIEROBON - RITRATTI ANPI - NERONE NALESSO
PIEROBON - RITRATTI ANPI - NERONE NALESSO

PADOVA. Nerone Nalesso, un ventenne commesso di farmacia, padovano, apparteneva ai Gruppi di azione patriottica, i Gap garibaldini che costituivano un reparto scelto delle brigate partigiane, impegnato quasi sempre in azioni sull’uomo in ambito urbano. I gappisti erano addetti alla liquidazione di fascisti e tedeschi, quasi sempre scelti fra coloro che occupavano posti di responsabilità e di comando. Evidente l’intento di queste azioni: creare il massimo possibile di timore e di incertezza fra i nemici, dare la sensazione che i partigiani potevano colpire dovunque, evidenziare che anche gli eserciti più armati e potenti erano vulnerabili nel loro vertice; creare il terrore fra gli occupanti e i loro collaboratori, e, contestualmente, elevare il morale di chi al fascismo e al nazismo si opponeva in condizioni di evidentissima inferiorità militare.

A Padova i gappisti, non più di una ventina, dipendevano direttamente dal comando di brigata: agivano con il massimo di segretezza, la loro condizione di partigiani era quasi sempre sconosciuta agli altri compagni. Oltre che nella eliminazione di fascisti i Gap furono impegnati in episodi di liberazione di prigionieri politici, utilizzando travisamenti e travestimenti: è il caso della liberazione di 22 staffette partigiane e familiari di patrioti, avvenuta alla fine del 1944 nel carcere giudiziario dei Paolotti.

Sempre i Gap fecero uscire dall’ospedale rocambolescamente Giovanni Zerbetto, che lì era ricoverato e piantonato dai fascisti dopo essere stato gravemente ferito in combattimento. Data la rigidissima segretezza dell’organizzazione solo infiltrazioni o cedimenti sotto tortura da parte di partigiani catturati poterono disarticolare i Gap. Così avvenne anche a Padova. Il cedimento di un giovane partigiano fatto prigioniero dai fascisti portò alla cattura di Nerone Nalesso, Bruno Lazzaretto e Guido Franco. I tre gappisti furono condannati a morte e fucilati dai fascisti nel marzo 1945, a poco più di un mese dalla Liberazione di Padova.

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