Nesite, il giudice fa riassumere 14 lavoratori

L’azienda di Piove di Sacco li aveva licenziati nel 2010. «Salvati dall’articolo 18, oggi non si potrebbe»

PIOVE DI SACCO. Sono stati tutti reintegrati nel proprio posto di lavoro i 14 dipendenti di Nesite Spa (ora Srl) licenziati nel lontano 2010 per cessata attività aziendale. Con sentenza del 10 dicembre del Tribunale d’Appello di Venezia ha ritenuto di dover applicare le norme contenute in quell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori decaduto nel dicembre dello scorso anno con il Jobs Act.

«Questo straordinario risultato è stato ottenuto grazie al fatto che i licenziamenti si sono verificati con ancora in vigore pienamente la disciplina dell’articolo 18» sottolinea Rosanna Tosato della segreteria provinciale Fillea Cgil. «Se una cosa identica succedesse adesso i lavoratori avrebbero diritto soltanto a un indennizzo piuttosto modesto».

A quasi cinque anni di distanza da un licenziamento che fin da subito aveva visto le proteste di sindacati e lavoratori, 14 operai dell’azienda, nel frattempo rilevata dal gruppo Transpack Group Service Spa come newco dal nome di Nesite Srl, ottengono la loro vittoria. A “separata ordinanza” lo stesso Tribunale dispone «il prosieguo del giudizio al fine di decidere sulla domanda di risarcimento del danno». Dopo una sentenza di primo grado che aveva dato ragione all’azienda, il ricorso dei 14 dipendenti seguiti dalla Fillea Cgil di Padova e dall’avvocato Giancarlo Moro racconta una vicenda diversa da quella di una chiusura causata dalla crisi. Secondo i ricorrenti già nel gennaio del 2010 la proprietà aveva perfettamente chiaro il destino dell’azienda all’interno del Gruppo Transpack. Una circolare del gennaio di quell’anno, infatti, informava clienti e fornitori del piano di riassetto della società specializzata in pavimenti sopraelevati all’interno del nuovo gruppo. Transpack nel frattempo, stando al documento che la stessa Nesite distribuiva ai suoi partner, investiva in un sito produttivo negli Emirati Arabi dove tutt’oggi il gruppo lavora producendo e distribuendo per il mercato del Medio e del lontano Oriente quei pavimenti sopraelevati ancora prodotti a Piove di Sacco. «Era evidente fin da subito che non si trattava di cessazione di azienda ma di un semplice riassetto organizzativo» conclude la sindacalista. «Come Cgil continueremo a batterci per tutelare il diritto al lavoro, nella consapevolezza che non si tratta solo di un reddito ma anche di uno strumento di emancipazione e di affermazione della propria dignità».

Riccardo Sandre

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