«Nessun debito nè soldi spariti, don Marino non dice la verità»

ALBIGNASEGO. . «Nell’ottobre 2017, quando ho passato le consegne a don Marino Ruggero, i conti della parrocchia erano in ordine. Forse c’era qualche bolletta da pagare entro la fine dell’anno, poca cosa. Non c’era nessun debito. Ci sono le carte che lo dimostrano, ad iniziare dalle rendicontazioni inviate all’ufficio Economato della Curia». Don Carlo Daniele, il predecessore di don Ruggero alla guida della parrocchia di San Lorenzo di Albignasego, che oggi si sta godendo la pensione in un alloggio di Saonara dopo aver condotto la comunità di Roncon dal 1990 al 2017, fa chiarezza sui bilanci della parrocchia.

Don Carlo, lei e i suoi collaboratori venite additati di poca trasparenza nella gestione dei bilanci. Cosa c’è di vero?
«Sul bollettino parrocchiale abbiamo sempre pubblicato le entrate e le uscite della parrocchia. Prima lo facevamo una volta la settimana, poi siamo passati a cadenza bisettimanale. Solo il resoconto del centro parrocchiale veniva pubblicato a fine anno. Basta tirare fuori i documenti per capire che tutto veniva svolto nella massima correttezza».
Don Marino ha denunciato ai carabinieri la sparizione dei registri contabili, alimentando il sospetto che a sottrarli sia stata la “vecchia guardia”...
«Queste dichiarazioni mi hanno dato fastidio. Tengo a precisare che le chiavi della canonica le avevo io e la donna delle pulizie che purtroppo è deceduta e dopo la sua morte mi sono state immediatamente consegnate. A ogni buon conto tutti gli atti relativi all’aspetto economico sono presenti anche nel computer della canonica. Se dopo la mia uscita ci sono state carenze nella custodia non so che dire. Su questo si può sentire il Consiglio per gli affari economici che è di nomina vescovile e che ha sempre avallato i bilanci».

La linea di difesa di don Marino, dopo le accuse mosse dalla Diocesi di “comportamenti non consoni allo stato clericale”, nasconde qualcosa?
«Alle accuse non si risponde con altre accuse. È evidente che sollevando la questione dei preti pedofili cerca di portare l’attenzione su un terreno diverso da quello per il quale dovrà rispondere di fronte al Tribunale ecclesiastico. A San Lorenzo ho trascorso 27 anni, credo che i parrocchiani mi ricordino per ciò che insieme abbiamo fatto: la realizzazione della scuola materna, del centro parrocchiale, degli spogliatoi del campo da calcio. Con un impegno economico di 6 milioni di euro finanziati dal fondo di solidarietà e con un fido garantito dalla Curia di una banca locale che abbiamo restituito a suon di rate da 15. 000 euro il mese». —
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