Niente mascherine, chiuso il bar “Pani” di Padova

PADOVA. È il bar “Pani” di via Marsala il terzo locale di Padova chiuso per violazione delle norme anti-Covid, dopo il “100%” in piazza dei Signori e il “Chiosco Tadi” in riviera Mussato. Un cameriere che si intratteneva con i clienti senza indossare la mascherina è costato una multa di 400 euro e la chiusura per 5 giorni al locale gestito dall’ex parlamentare leghista e già consigliere comunale Vittorio Aliprandi. Un bar che era già stato al centro di risse e problemi, tanto che a febbraio aveva ricevuto un’ordinanza di chiusura anticipata alle 23 per sei mesi.
CAMERIERE SENZA MASCHERINA
A costar caro al bar “Pani” è stato il comportamento di un dipendente. Nella serata di giovedì scorso una pattuglia di agenti della polizia locale in borghese ha fatto il giro delle piazze e del ghetto per verificare l’applicazione delle misure anti-Covid, a partire dal mantenimento del distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine.
È stato proprio un cameriere del locale di via Marsala ad attirare l’attenzione dei due agenti: si intratteneva tranquillamente con i clienti senza indossare nessuna protezione. Un comportamento pericoloso, soprattutto perché l’esempio negativo arriva da chi lavora nel locale.
Automaticamente dunque è scattato il verbale di violazione amministrativa che prevede una multa di 400 euro. La polizia locale, inoltre, può comminare anche i cinque giorni di chiusura preventiva, dandone notizia alla Regione che è competente per questi casi.
«Invitiamo gestori dei locali e cittadini a mantenere ancora elevata l’attenzione all’osservanza delle misure principali di contenimento del diffondersi dell’epidemia per ridurre il più possibile i rischi di nuovi contagi – fanno sapere dal comando di via Gozzi - In particolare nel centro storico dove la ripresa della socializzazione ed il progressivo ritorno al tradizionale consumo dello spritz invitano i più giovani ad abbassare la guardia».
UN BAR NEL MIRINO
Il bar “Pani” è uno dei locali della movida del ghetto, al civico 9 di via Marsala. Ma da molti mesi è al centro dell’attenzione per alcune risse e il baccano che infastidisce i vicini.
Dopo l’ennesimo intervento della polizia e su indicazione della questura, il sindaco ha deciso nel febbraio scorso di firmare un’ordinanza di chiusura anticipata alle 23. Nell’ordinanza si parlava di «fenomeni di disturbo alla quiete pubblico», «assembramenti molesti fuori dal locale», ma anche a un episodio del settembre 2019 con «problemi di natura igienico-sanitari».
La società proprietaria del locale è la T1 sas, di Massimo Aliprandi & company. Aliprandi, detto Vittorio, è stato deputato nella dodicesima legislatura, quella “monca” del primo governo Berlusconi, dal marzo del 1994 al 1996. La sua carriera politica inizia nella prima Lega Nord di Umberto Bossi, quando dopo l’accordo elettorale con il Polo delle Libertà arriva per la prima volta al governo del paese. A Padova ha anche ricoperto anche la carica di consigliere comunale dal 2009 al 2014. Dopo aver chiuso con la politica si è buttato nel settore della ristorazione.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova