«Non solo idee per fare impresa»

Un corso universitario per formare i manager di domani. Muffato: «Necessario creare un buon team»
Di Silvia Quaranta

«I ragazzi che hanno delle buone intuizioni sono tanti, e di concorsi d’idee ce ne sono a migliaia. A volte partecipano, vincono e prendono anche qualche soldino, ma poi si fermano. Perché tra avere l’intuizione giusta e riuscire a farne un’impresa, c’è di mezzo il mare». A sostenerlo il professor Moreno Muffato, docente ordinario e coordinatore del team di ricerca “Management e Imprenditorialità” al dipartimento di Ingegneria Industriale.

Innovare.

Qualche anno fa è stato uno dei primi a notare Paolo Franceschetti, che nel 2012 ha vinto il premio Marzotto con “Solwa”: un sistema per “creare” acqua potabile dove non ce n’è, attraverso il processo di evaporazione. Numeri alla mano, Muffato sfata un mito tra i più intoccabili: «il nordest non è così imprenditoriale come pensiamo. Le aziende sono tante, è vero, ma non abbiamo start-up. Quel che manca è l’innovazione. Secondo i dati del Gem (Global Entrepreneurship Monitor) il tasso di imprenditorialità emergente in Italia, nel 2013, era del 3,43%: il penultimo al mondo. E il Veneto non si allontana molto dalla media nazionale».

La missione.

Per colmare il dislivello tra la cultura scientifica e la cultura d’impresa, a Padova è nata la School of Entrepreneurship, di cui quest’anno è partita la seconda edizione. «L’obiettivo della scuola» spiega Muffato «è quello di realizzare la terza missione dell’Università: dopo la didattica e la ricerca, oggi è sempre più importante agevolare e sostenere lo sviluppo economico del territorio. È anche un modo per capitalizzare la ricerca, un concetto che in Italia è ancora molto restio a prendere piede. Noi formiamo ingegneri competentissimi: alcuni di questi hanno la stoffa per diventare imprenditori, ma a volte si fermano perché non hanno le basi per fare impresa».

I tre requisiti.

Secondo il docente, i requisiti per creare aziende innovative sono tre: un buon gruppo di lavoro, un’idea sviluppata bene ed il potenziale di crescita. «Avere una buona idea» spiega «è l’inizio, ma la cosa più importante è avere un buon team: gli investitori, oltre al progetto, guardano chi c’è dietro. E poi è fondamentale che l’azienda possa diventare grande, assumere, dare lavoro». Oltre alla School of Entrepreneurship, a Padova c’è un dottorato in Ingegneria Economico-Gestionale tra i più d’avanguardia a livello nazionale, a cui per la maggior parte, però, partecipano stranieri. Vengono dall’Iran, dalla Sierra Leone, dal Pakistan: paesi in via di sviluppo in cui vogliono tornare, portando la formazione e la cultura acquisita.

Non solo manager.

«Lo sforzo» spiega Paolo Giacon, docente di Organizzazione Aziendale «è quello di creare bravi ingegneri, che non siano solo manager ma anche imprenditori-innovatori, di cui il Veneto ed il Nordest hanno un disperato bisogno. Crediamo molto in questa missione, perché l'unica vera risposta all'elevata mortalità delle imprese e alla riduzione dei posti di lavoro è la natalità di nuove imprese».

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