«Non sono più in sintonia con voi». Troppe malelingue, il parroco lascia

Polverara, don Daniele Hudorovich abbandona la parrocchia di san Fidenzio. Nel bollettino le motivazioni dell’addio. Era stato accusato di intascarsi i soldi della comunità
Martina Maniero

POLVERARADon Daniele Hudorovich dice addio alla comunità parrocchiale di Polverara e di Isola dell’Abbà. Nessuna cerimonia di saluto con i fedeli o promessa di arrivederci per il sacerdote, che annuncia il suo ritiro attraverso una dura lettera aperta, indirizzata ai suoi concittadini e pubblicata sull’ultimo bollettino parrocchiale.

«Il mio modo di vivere la pastorale è la condivisione, affidando le responsabilità agli operatori nella massima fiducia. Purtroppo questo è stato letto come debolezza» si legge nell’ultima lettera del sacerdote «Le ultime vicende amministrative, poi, mi hanno definitivamente reso consapevole che non si potesse andare avanti. Dopo cinque anni di vita vissuta, non mi sento più in sintonia e quindi sarebbe un trascinarsi con sofferenza per tutti».

Nel suo discorso di commiato, don Daniele – 65 anni, da cinque alla guida della parrocchia di San Fidenzio e con don Dante Narciso pastore anche a San Leonardo di Isola dell’Abbà – parla con grande amarezza riferendosi ad alcune malelingue in paese. Dicerie sulla sua mancanza di polso nella gestione della parrocchia e sulla cattiva reputazione dei suoi collaboratori, che lo hanno portato «a pensare quanta faziosità ci sia in parrocchia. Quanto sono stato giudicato, condannato, estromesso anche da alcune scelte».

La decisione del sacerdote, che in precedenza ha prestato servizio a Pieve di Curtarolo e alla Mandria, non è stata di certo di quelle facili. Da tempo si sarebbero create tensioni all’interno del consiglio pastorale e in quello degli affari economici. Ma sono state le dicerie di alcuni parrocchiani – secondo cui don Daniele si sarebbe intascato del denaro – ad aver definitivamente convinto il sacerdote a chiedere il trasferimento.

«Dopo aver chiuso l’anno 2020 con una perdita di oltre 19 mila euro (la pandemia, la mancanza della sagra, le messe» scrive il parroco «qualcuno, saggio, va in giro dicendo che don Daniele si è intascato l’intera somma. Quanta falsità!!! Sono dimensioni di vita che fanno tremendamente male».

Da 37 anni don Daniele vive con la mamma, quest’ultima da qualche tempo impossibilitata a scendere le scale e quindi confinata in casa. «Mi ha aiutato sempre, in tutte le situazioni, anche quelle difficili, anche quelle economiche», ricorda il sacerdote, annunciando che andrà a vivere con l’anziana in un appartamento di Arsego e qui collaborerà con il parroco della frazione.

Nel congedarsi, don Daniele ringrazia quelli che definisce «buoni compagni di cordata» e ricorda che «c’è bisogno di verità, di giustizia, di relazioni umane autentiche». Raggiunto telefonicamente il sacerdote – dal tono gentile, restìo a parlare e indubbiamente ferito nell’orgoglio – preferisce non aggiungere altro a quanto messo nero su bianco sul bollettino. Anche il consiglio pastorale, che si riunirà mercoledì prossimo, interpellato sul caso, fa sapere che valuterà in sede plenaria eventuali scelte comunicative.

L’addio del sacerdote, che in questi giorni celebrerà le ultime messe in paese, ha diviso la comunità. Molti parrocchiani si schierano in difesa del parroco e sui social lo dichiarano apertamente.

Decine, infatti, gli attestati di stima e riconoscenza per un sacerdote che, scrive qualcuno, «non siamo stati in grado di apprezzare».

L’incarico di amministratore della parrocchia di San Fidenzio, su decisione del vescovo Claudio Cipolla, è stato affidato a don Alessandro Piran, 40 anni, vicario parrocchiale di Legnaro. Continuerà a risiedere a Legnaro e a seguire le principali attività della parrocchia San Biagio ma sarà impegnato anche nella coordinazione dell’azione pastorale nella vicina Polverara. Il suo incarico, temporaneo in attesa della nomina del nuovo sacerdote del capoluogo, inizierà il primo novembre.

Argomenti:cronaca

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova