Nuota con il burkini «Un costume non è una minaccia»

Parla la donna musulmana fotografata in vasca allo Sporting «Mi sento italiana, la Costituzione garantisce libertà religiosa»
MONTEGROTTO TERME. «Vi lamentate troppo delle donne che sono segregate a casa e quando vedete una donna musulmana che vuole integrarsi vi lamentate lo stesso». A parlare è Khawla El Ammari, la ragazza ventenne di religione islamica, immortalata mercoledì con la sua famiglia mente fa il bagno indossando il burkini, il costume da bagno integrale usato dalle donne musulmane, alle piscine dello Sporting Center di via Roma, a Montegrotto.


Le lamentele arrivate alla direzione della piscina, con il titolare costretto a verificare di persona con il bagnino e un dipendente se la ragazza e chi era con lei stessero indossando un costume o fossero vestite, hanno fatto il giro del web. Lamentele che hanno visto almeno tre famiglie annunciare al direttore che non sarebbero più tornate allo Sporting Center. Ieri la ragazza islamica, che risiede a Loreggia con il marito e la sua bimba e che è nata e cresciuta a Padova, ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto e di raccontare il suo stato d’animo dopo le polemiche relative all’integrazione con il mondo islamico.


«Sono in un paese libero e mi sento italiana, avendo sempre vissuto e studiato qui», dice Khawla El Ammari. «Sono andata mercoledì per la prima volta in una piscina pubblica con mio marito, la mia bambina e un’amica con i suoi due figli. Mi sono trovata benissimo e non so chi abbia sollevato il caso, in quanto qualcuno mi ha fatto anche i complimenti per come stavo insegnando a nuotare alla mia piccola. Sono venuti a fare delle verifiche e hanno riscontrato che era tutto a posto. In precedenza ero stata anche in piscine private e al mare con il burkini. Per le persone che si lamentano dell’igiene, stiano tranquille che il mio non è un vestito normale. Il tessuto del burkini è fatto apposta per il bagno e la doccia me la faccio prima e dopo. Ogni donna ha il diritto di sentirsi libera nuda o vestita. Ricordo, a tale proposito, l’articolo 19 della nostra Costituzione che precisa che tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa, ed è compito della Repubblica garantire le condizioni che favoriscano l’espansione della libertà di tutti e, in questo ambito, della libertà di religione, la quale rappresenta un aspetto della dignità della persona umana, riconosciuta e dichiarata inviolabile sempre dalla Costituzione italiana». La ragazza di famiglia marocchina poi conclude. «Non è certo un costume da bagno, fintantoché espressione di una libera scelta, che minaccia il nostro vivere civile. Alzare nuovi muri di divisione o di emarginazione non solo rischia di essere inutile ma anche controproducente».


Federico Franchin


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