Nuovi guai per Giantin, ex Mala Cocaina a un noto imprenditore

L’esordio non era stato dei migliori facendo il suo ingresso in una trattoria di Legnaro: «Infame.... ti sparo in testa». Quella frase, pronunciata dal 48enne di Rubano Ivan Giantin vedendo seduto a tavola l’ex sodale Giuseppe Pastore (poi pentito), ha fatto scattare la denuncia nei suoi confronti e l’inevitabile inchiesta con tanto di intercettazioni telefoniche. Non a caso: tanti i suoi precedenti penali (era della Mala del Brenta) e non troppo rassicuranti le sue amnicizie(il boss Felice Maniero). Purtroppo talvolta “da cosa nasce cosa”. Così da una banale ipotesi di reato di minaccia, si è passati a ben altro: la contestazione di una rapina nella sala slot di Mirano (già pagata da Giantin con una condanna a 5 anni inflitta due mesi fa) al nuovo filone padovano che rischia di farlo finire a processo per un’altra sfilza di reati (minacce, detenzione e spaccio di cocaina, frode assicurativa, tentato furto in abitazione, ricettazione di merce rubata come da pompe idrauliche e orologi). Il tutto in buona compagnia di altre nove persone tra cui un notissimo imprenditore vicentino, Paolo Chiappetta, 45enne residente a Bassano del Grappa, titolare di un elegante negozio di arredamento in centro a Padova, come di società immobiliari e di varie proprietà.

Per mesi all’inchiesta hanno lavorato gli agenti della Squadra mobile di Padova coordinati dal pm Benedetto Roberti: ora la richiesta formale di spedire i 10 imputati a processo. Era proprio l’imprenditore uno dei clienti di cocaina di Giantin che si riforniva di polvere bianca a Milano supportato dalla fidanzata Melissa Stefanutto (32enne di Pordenone) e dal tunisino Kheirredine Charfeddine, 29enne con residenza a Rubano. Durante il viaggio la coppia con la preziosa merce viaggiava a bordo di una Mercedes, il “socio” li scortava al volante di una Citroen. Al telefono l’imprenditore bassanese ordinava a Giantin «5 barattoli di conserva... due libri», parole in codice per indicare la droga e la quantità (acquistava da 2 a 5 grammi alla volta) per stessa ammissione di Chiappetta quando una mattina, all’alba, sono piombati i poliziotti a casa sua per una perquisizione, salvo poi ritrattare durante un interrogatorio. E spiegare agli inquirenti che lui aveva davvero comprato da Giantin il sugo di pomodoro per la madre e due libri di segni zodiacali. Nei guai pure Filiberto Gherardo, 63enne carrozziere di Padova, già condannato a 6 anni per aver preparato alla Mala del Brenta le vetture in vista degli assalti a furgoni portavalori: è accusato di ricettazione di un orologio Rolex (rubato a un cinese) e di frode assicurativa avendo fatto incassare a Giantin 3.389 euro per un tamponamento mai avvenuto (era uscito di strada da solo). —



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