Nuovo ospedale, Bitonci interrompe l'intervista

PADOVA. Questa è l’intervista, pressoché integrale - e registrata - rilasciata dal sindaco al mattino sul futuro dell’ospedale. Un confronto che chiedevamo da qualche tempo e che Massimo Bitonci ci ha concesso ieri mattina. Come si può vedere, si interrompe bruscamente. Per questo, molte delle domande che avremmo voluto rivolgergli, restano, nostro malgrado, senza risposta.
Sindaco si dice che giovedì non si sia presentato all’Ance per un incontro urgente sull’ospedale. Mi può dire con chi e di cosa ha parlato?
«Lunedì andrà in giunta una delibera di indirizzo per la costituzione di una commissione a costo zero, magari qualcun altro le fa a ben altro costo, in cui saranno presenti dirigenti tecnici comunali, il professor Palù (ex preside di Medicina, ndr) e il dottor Cestrone (ex dg dell’Azienda, ndr). Stiamo valutando in queste ore altri tecnici sempre del mondo della sanità o ingegneristico. La commissione avrà il ruolo molto importante e delicato di valutazione, come mi è stato richiesto dalla Regione nell’ambito della convocazione del coordinamento per la realizzazione del nuovo polo della salute di Padova, che si terrà il 28 luglio alle 9.30 a palazzo Balbi. Al quarto punto dell’ordine del giorno è previsto l’intervento del sindaco, in qualità di ente sottoscrittore del protocollo del 2 luglio 2013, sulla nuova posizione dell’amministrazione. Mi è stata poi inviata la corposa documentazione, però io lunedì creerò un comitato tecnico misto, gente che ha già avuto esperienza di amministrazione sanitaria, ovviamente non tanto per fare una proposta progettuale. Mi fa molto sorridere che Mantoan (segretario regionale della Sanità, ndr) dica che il sindaco deve presentare un progetto. Non è il Comune che deve presentare progetti edilizi e neanche valutazioni economiche. Faremo anche una considerazione di questo tipo, ma non sta a noi. Il Comune deve dire cosa non va, pro e contro di un nuovo progetto a Padova ovest, zona che ha notoriamente problemi di dissesto».
Cosa dovrà dire la nuova commissione tecnica? Se ha visto lo studio di fattibilità, c’è già scritto tutto. Cosa si aspetta di diverso? Anche perché Cestrone e Palù sono già stati protagonisti di quella partita.
«Se vogliamo prenderci in giro, è inutile che facciamo ragionamenti. Se vogliamo parlare seriamente, bisogna dire che se dessimo la valutazione da fare a dieci commissioni diverse, a seconda dell’indirizzo che si vuol dare, otterremmo degli indirizzi diversi. Perché basta omettere, come in questo caso, alcuni elementi estremamente evidenti che sono il costo relativo alla bonifica dell’area e al dissesto idrogeologico in una zona che notoriamente ha dei problemi».
Però nel piano di fattibilità non si parla di Padova ovest. Si discute se mantenere l’ospedale, ristrutturare o costruire. L’area è successiva.
«Sì ma adesso io non so che tipo di articolo volete fare».
Io voglio capire...
«Io dico quello che penso. E penso che in questa valutazione non siano stati considerati tutta una serie di costi che noi tireremo fuori. La Regione fa proposte alternative spurie di tutta una serie di costi che io sto indicando e che non sono inseriti, costi diretti e indiretti che dimostreranno la fattibilità di un nuovo ospedale nell’attuale sede, mantenendo alcune strutture già esistenti. La proposta dell’amministrazione risulterà da questa analisi secondo elementi che abbiamo già in mano e la commissione non farà altro che mettere tutti gli elementi uno dietro l’altro. Nell’attuale zona ospedaliera il campus universitario è già esistente, a differenza di quello che dice qualcuno: c’è una zona destinata e attiva e gli stessi tecnici e l’Università, non il rettore, ma il professor Palù e tanti altri come Dalla Zuanna del Pd, dicono che quel campus è da implementare ma non da buttare via».
Lei cita Palù che è stato il primo sostenitore di Legnaro, a suo tempo.
«Se mi parla di Legnaro io non rispondo neanche. A me non frega niente di Legnaro».
Però Legnaro è comunque un indirizzo. Al di là del fatto che le mie fonti sono autorevoli.
«Eh vedrà cosa succederà il 28».
Quello che voglio dire è che se la Regione comincia a ragionare su Legnaro in realtà sta dando un messaggio...
«... di paura».
... Che se Padova non vuole l’ospedale, la Regione lo farà altrove.
«Lei faccia le domande e io le do le risposte e questa è l’ultima intervista che facciamo».
Sto solo cercando di capire, visto che purtroppo non ho medici in famiglia né nessun tipo di interesse di bottega.
«Neanch’io».
Il mio unico interesse è capire se l’ospedale si fa o meno.
«L’interesse del mattino è dire che per colpa di Bitonci si fa l’ospedale a Legnaro. Potevate dire direttamente a Verona o a Cittadella».
È da lunedì che le chiediamo di parlarne. E questa è un’ipotesi. Ha visto lo studio di fattibilità? Non mi ha detto né sì né no. Voglio capire cosa le fa pensare che si possano spendere solo 300 milioni e non i 550 dello studio di fattibilità per ristrutturare.
«Vabbè è finita l’intervista. Chiuso. Se vuole fare l’intervista mi fa delle domande e io le rispondo».
Non era una domanda questa?
«Tanto sapevo che andava a finire così. Può spegnere il registratore».
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