Nuovo ospedale di Padova, l’affitto da 28 milioni l’anno fa discutere

L’intesa tra Regione, Azienda Ospedale Università e Inail accelera il progetto del nuovo ospedale. Il canone annuo stimato in 28 milioni solleva interrogativi, ma la Regione assicura la sostenibilità finanziaria dell’operazione

Rocco Currado
L'ex assessore alla sanità Lanzarin
L'ex assessore alla sanità Lanzarin

 

La soddisfazione per aver fatto un altro passo avanti in un progetto ambizioso, poi la riflessione. All’indomani della firma dell’accordo tra Regione Veneto, Azienda Ospedale Università e Inail, che finanzierà il progetto del nuovo ospedale di Padova Est per quasi 871 milioni, a sorprendere è il canone di locazione stimato in circa 28 milioni l’anno. Un importo notevole che ha alimentato interrogativi.

Dalla Regione, tuttavia, arrivano rassicurazioni: «È chiaro che sia stato fatto un piano finanziario per la sostenibilità dell’operazione», conferma Manuela Lanzarin, assessora regionale alla Sanità fino a ieri, giorno della proclamazione del nuovo presidente e dei consiglieri regionali.

L’accordo stabilisce che Inail sosterrà 800 milioni dell’investimento che l’Azienda Ospedale Università comincerà a restituire quando la struttura entrerà in funzione. Il contributo coprirà integralmente la costruzione dell’edificio, mentre attrezzature e arredi resteranno in capo all’Azienda ospedaliera di via Giustiniani.

Nel testo dell’intesa è previsto che l’Azienda completi la progettazione tramite affidamento a professionisti esterni. Tra i possibili protagonisti figura Politecnica, già coinvolta nelle fasi precedenti del progetto. La progettazione esecutiva dovrà essere consegnata all’Inail entro la fine del 2027.

Elemento cruciale è anche la condizione per cui l’area del futuro ospedale, oggi di proprietà dell’Azienda (ceduta dal Comune nell’ambito dell’accordo di programma del 2017), dovrà essere venduta all’Inail a un prezzo definito sulla base dei valori di mercato.

Il capitolo economico-finanziario resta però il più delicato. L’affitto annuo sarà pari al 3% del costo complessivo dell’investimento, con possibili maggiorazioni e un rendimento massimo fissato al 4%. Le stime indicano un valore attorno al 3, 5%, ossia circa 28 milioni di euro l’anno, da versare in due rate. Sullo sfondo rimane il rischio legato all’inflazione, che potrebbe incidere sui costi complessivi.

La Regione ribadisce, comunque, che l’operazione è stata valutata con grande attenzione e che i conti sono, almeno per ora, sotto controllo. —

 

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