Nuovo shopping in città: Liu Jo è arrivato, Desigual quasi

PADOVA. Cresce la presenza delle griffe in via San Fermo e nella zona dello shopping cittadino, tra il Listòn e le piazze.
Nelle ultime settimane ha aperto i battenti, in realtà senza tanto clamore, a pochi metri dalla fontana bassa all’incrocio con via Caterino Davila, il tanto atteso negozio di abbigliamento per donne Twin Set, dove si vendono i capi classico-moderni creati dalla stilista di Carpi Simona Barbieri. La stilista, per la sua boutique, ha occupato anche i locali lasciati vuoti dall’azienda bergamasca, La Perla. Altra apertura recente è quella di Liu Jo, la boutique italiana, nonostante il nome cinese, che ha preso il posto della gioielleria francese Cartier.
In Piazzetta Pedrocchi, invece, all’angolo con via Gorizia, è in apertura ormai prossima (in settimana) il marchio spagnolo Desigual, che è andato ad occupare gli spazi che prima erano stati presi in affitto da Diesel e, prima ancora, da Cappelletto calzature, trasferitosi ora in galleria Borromeo.
Non è ancora ufficiale, ma sembra che la catena spagnola Desigual pagherà un affitto mensile di circa 15.000 euro. D’altronde i prezzi dei vani commerciali, in centro storico, nonostante la crisi, diventano sempre più cari, praticamente proibitivi per un commerciante padovano che vuole tenere in piedi una propria attività.
Addiritutra sta succedendo che anche le banche lasciano alcuni locali intorno alle piazze. Un esempio: in via Oberdan se n’è andata CassaMarca e così, attualmente, lo spazio che occupava, di circa 150 mq2, è rimasto libero per un nuovo affitto. A questo punto si può dire che, in centro, con l’apertura dei nuovi tre negozi, la crisi del commercio fisso sia terminata? «Magari!», esclama Patrizio Bertin, vice-presidente vicario dell’Ascom, «Nel cuore della città sopravvivono, discretamente e non certo a livelli ottimali, solo le griffe della moda, conosciute a livello internazionale. Sono sempre di meno i negozi gestiti a conduzione familiare oppure con una o, al massimo, due commesse. Sono ormai minimo cinque anni che il commercio del centro accusa un calo nelle vendite del 20-30%. Adesso è in arrivo anche l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%. Sarà una Caporetto in tutti i settori commerciali. Un colpo al cuore sia nei confronti dei consumatori che per i commercianti. Anche perché la gente è stanca di pagare sempre più tasse».
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