Tè e caffè per insegnare il giapponese agli italiani

A Legnaro l’impegno di Ochacaffè, realtà gestita da Nishioka e Franceschinelli. Si combatte anche il “linguage attrition” nei bimbi, la perdita parziale di una lingua

Ludovica De Angelis
Yoshie nishioka
Yoshie nishioka

Un luogo d’incontro, cultura e condivisione: è a Legnaro che ciò è reso possibile grazie all’associazione Ochacaffè. Dall’unione di “o’cha”, che in giapponese significa “tè”, e “caffè”, la bevanda preferita dagli italiani, il centro culturale – sin dal nome – vuole promuovere la conoscenza del Giappone e della sua lingua agli italiani e la conoscenza dell’Italia ai giapponesi.

Lavorano all’istituto Yoshie Nishioka, insegnante madrelingua di giapponese a “Il Mulino” – la scuola partner dell’associazione – e Silvio Franceschinelli, direttore della scuola e insegnante. Gli ambienti dell’istituto sono ricolmi di oggetti e – soprattutto – di libri nelle più svariate lingue, tra cui il giapponese. In totale, riferiscono Yoshie e Silvio, dovrebbero esserci almeno 2 mila volumi contenuti sugli scaffali, fatto che mostra chiaramente l’intento divulgativo dell’istituto. In una delle sale adibite all’insegnamento, le lavagne sono piene di esempi e regole grammaticali in diverse lingue.

La scuola 

«La scuola è nata perché ho vissuto un po’ di anni all’estero, dove facevo l’insegnante di lingua italiana. Quando sono tornato in Italia nel 2002 dovevo reinventarmi la vita», dice Silvio, ricordando le origini del progetto. «Mi era sempre piaciuto insegnare lingue, per cui ho detto: proviamo questa pazzia e vediamo. Pensavo che sarebbe durata poco ma siamo ancora aperti dal 2003». La scuola aveva già gettato le fondamenta per costruire un ponte tra culture. Silvio, infatti, spiega che i contatti con la scuola di italiano per cui lavorava in Giappone sono stati ciò che ha fatto arrivare la prima iscritta: «La prima studentessa che è venuta a fare una vacanza studio era giapponese.

All’inizio insegnavamo soprattutto italiano per stranieri che venivano in vacanza studio, ed era molto fruttuoso perché avevamo dei collegamenti con altri Paesi esteri in cui l’italiano si studiava molto. Con il tempo, siamo passati all’insegnamento delle lingue per italiani come principale attività e, essendo Yoshie una delle fondatrici, abbiamo puntato sul giapponese».

Tra gli studenti e le studentesse dell’istituto non si trovano solo italiani o giapponesi che hanno necessità o voglia di imparare la lingua. Yoshie spiega che, già prima che la scuola aprisse, un altro circolo riuniva le famiglie giapponesi del territorio padovano: «Non siamo noi che abbiamo iniziato questi incontri: prima c’era il Circolo Donguri, tramite cui le famiglie facevano incontrare i bambini madrelingua giapponese. Poi, abbiamo aperto la scuola e le famiglie ci hanno chiesto di ospitare gli incontri e le attività della comunità. È per questo che abbiamo una biblioteca in lingua giapponese così ampia. Contiene anche tantissimi libri per bambini, perché si aveva bisogno di uno spazio in cui conservarli. Così, la scuola è diventata anche la sede del circolo Donguri».

Le attività

Tra le attività fondamentali di Donguri e Ochacaffè c’è anche l’insegnamento del giapponese scritto ai bambini, che per un fenomeno di language attrition mostrano difficoltà nella lettura e nella scrittura del sistema di simboli giapponesi. Ciò avviene perché, a scuola, sono a contatto solamente con l’alfabeto latino. «Essendo residenti in Italia, per i bambini ci viene spedito il materiale ufficiale dal consolato giapponese. Per quanto possibile, si cerca di seguire il programma ministeriale giapponese», aggiunge Yoshie.

Le lezioni, spiegano Yoshie e Silvio, si svolgono una domenica al mese in cui i bambini imparano sia la lingua, sia la cultura giapponese. «Ogni tanto facciamo attività culturali anche per italiani, come la cerimonia del tè. Sono attività aperte a tutti e sono ben recepite. C’è una richiesta di momenti di incontro culturale molto forte, perché spesso gli italiani studiano la lingua per passione».

Yoshie e Silvio concludono riferendo che “Il Mulino” non insegna solamente giapponese ma tantissime altre lingue, tra cui coreano e lingue europee. —

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