Oculistica, eccellenza senza fondi e spazi

Cresce la lista d’attesa e aumenta il numero di pazienti operati con successo, eppure il Centro oculistico San Paolo da più di dieci anni non riceve finanziamenti per allargarsi e rinnovarsi. L’eccellenza della sanità veneta in casa Usl 6 rischia di rallentare la sua corsa verso l’innovazione tecnologica. A lanciare l’allarme è il dottor Alessandro Galan, fondatore e direttore del reparto dell’ospedale Sant’Antonio.
Per sottoporsi a un intervento di cataratta c’è da aspettare almeno un anno, altrettanto per fissare una visita oculistica pediatrica. «Bisogna risolvere questa situazione» spiega il dottor Galan, «le richieste dei pazienti sono sempre più numerose, almeno 4 mila persone aspettano di essere operate di cataratta. Molti arrivano da altre Usl e addirittura da altre regioni. Purtroppo abbiamo tempi lunghi anche per i pazienti pediatrici, per una visita di controllo c’è un anno di attesa. Il team di professionisti del Centro oculistico San Paolo lavora già a pieno regime, le sale operatorie e gli ambulatori sono sempre occupati negli orari di servizio previsti. Per andare incontro alle esigenze degli utenti, è ormai diventato necessario ampliare il reparto. C’è bisogno di un’altra sala operatoria e di più personale. Guardiamo i buoni esempi» suggerisce l’oculista, «lo scorso anno è stato avviato in Azienda ospedaliera di Padova il progetto di riorganizzazione della Cardiochirurgia e nel giro di dieci mesi sono state abbattute le liste di attesa per gli interventi. L’attività è stata ridefinita in maniera funzionale: il metodo potrebbe essere riadattato alle esigenze del Centro oculistico San Paolo».
Nel 2017 in Azienda ha preso il via la riorganizzazione nel reparto diretto dal professor Gino Gerosa: sono stati assunti quattro nuovi chirurghi e diciotto infermieri, cosa che ha permesso di allungare l’orario delle sale operatorie. Prima l’attività chirurgica terminava alle 14, con le modifiche si lavora fino alle 18. Ogni settimana vengono fatte dalle 80 alle 100 ore di interventi. Così, nel giro di sei mesi, la Cardiochirurgia è intervenuta su più di 200 pazienti asciugando le attese.
Ma al Centro oculistico San Paolo i tempi d’attesa non sono l’unico nodo da sciogliere. Mancano i fondi per acquistare macchinari di ultima generazione utili per potare a termine delicati interventi. «Il centro al secondo piano dell’ospedale Sant’Antonio è stato inaugurato ufficialmente nel lontano 2009» aggiunge il dottor Galan, «da quel momento non abbiamo più ricevuto fondi per l’acquisto di nuove dotazioni tecnologiche. L’attività chirurgica è da sempre uno dei punti forti del nostro lavoro, ora vogliamo puntare anche sui pazienti pediatrici ma per operarli servono strumenti specifici. Per crescere e migliorare è indispensabile avere a disposizione l’innovazione tecnologica».
Il Centro oculistico è dotato di una tomografia ottica computerizzata ad alta definizione per lo studio delle malattie retiniche, il laser a eccimeri per la chirurgia refrattiva e il laser a femtosecondi per la chirurgia corneale. È stata avviata la sperimentazione di nuove tecniche chirurgiche per il trapianto di cornea e l’innesto di cellule staminali in collaborazione con il Centro Trapianti dell’Università di Padova e la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto. È attiva anche una collaborazione con l’Istituto di Pediatria dell’Università di Padova per la chirurgia oculistica pediatrica.
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