Oggi studenti e domani stilisti dopo lo “scoglio” dell’esame

Una mattinata all’istituto Usuelli Ruzza, tra abiti da sposa sartoriali e scarpe con arcobaleno di colori I progetti di Lorenzo, 100 e lode, pronto al confronto con il mercato. La scuola cresce: tante richieste
Di Annalisa Celeghin

È una mattina d’estate all’Istituto superiore Usuelli Ruzza. Una mattina di risultati di maturità: la 5 A, indirizzo “sistema moda”, ha finito di discutere le tesine con la commissione giusto giovedì. Fuori dall’aula, dove si sono svolte le prove finali, troneggia un modello di abito: da sposa, bianco e velato, è decorato da 150 metri di cordoncino nero e interamente cucito a mano. Autore della “prova d’esame” è Lorenzo Giacometti, 19 anni, che ha discusso la sua tesina con risultati più che brillanti: suo l'unico 100 e lode di tutto l'istituto. «L’ispirazione per quest’abito arriva da un modello dell’Ottocento legato all’Art Nouveau, che è l’argomento che porto all’esame di oggi: amo l’artigianalità e creare vestiti unici. A settembre continuerò gli studi alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano», racconta Lorenzo, timido ma orgoglioso della sua creazione. Come lui, gli altri compagni di classe si sono presentati alla commissione d’esame con un book ricco di schizzi e modelli. E con una vera e propria creazione sartoriale, in tema con l’argomento scelto: dall’abito alla calzatura, ognuno consegna al giudizio dei professori il risultato di cinque anni di studi. E di manualità. «Prof, ma l’ha preso in India questo vestito?», chiede uno degli studenti all’insegnante appena uscita dall’aula per fare una piccola pausa. La “prof” sorride e annuisce: si vede che c’è una complicità che va oltre le mere ore d’aula e che si materializza in consigli su ritocchi, scelta dei bottoni o degli accessori. «Vorrei trovare lavoro in un’azienda della zona», confessa Manuel Cinetto, 20 anni, un tatuaggio sul braccio sinistro e un bel sorriso aperto. Il suo book è una pioggia di colori e tratti decisi: il tema è moderno, il graffitismo, impossibile non restare colpiti dalle scarpe con altissimo plateau ideate dal giovane e promettente stilista. «È andata bene, sono proprio contenta!». Carlotta Favaro, 18 anni, le unghie di un azzurro cielo con dei tocchi di verde, tiene in mano una scarpa tipo sneaker, sui toni dell’arancio. «L’ho fatta interamente io, ispirandomi alla Beat Generation. La mia famiglia ha un’azienda che produce calzature, ma non mi sono fatta aiutare» dice fiera.

«Tutti gli abiti sono stati realizzati durante le ore curriculari» precisa la preside dell’Istituto, Anna Maria Addante, «La nostra scuola ha da sempre rapporti molto forti con l’impresa, tanto che molti studenti trovano lavoro già durante gli ultimi anni di frequenza. Il settore tessile-sartoriale offre buone opportunità di lavoro: prova ne è che, con il prossimo anno scolastico, avremo una classe prima in più che soddisferà la grande richiesta avuta in seguito all’attività di orientamento».

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