Oic, a Cavagnis il testimone di Ferro

PADOVA. L’ufficializzazione è attesa per oggi pomeriggio, quando il consiglio di sorveglianza e indirizzo nominerà Andrea Cavagnis nuovo presidente della Fondazione Opera Immacolata Concezione. Toccherà, quindi, al nipote di Angelo Ferro – amministratore delegato della Pavan di Galliera Veneta e componente dello stesso consiglio di sorveglianza dell’Oic – condurre la Fondazione nella delicata transizione che si è aperta con la morte del professor Ferro.
Delicata perché, pur nell’ambito di una gestione già impostata su base manageriale, il vuoto di relazioni da colmare è grande. Cavagnis, figlio di una sorella del professor Ferro e già suo braccio destro alla guida della Pavan, era stato indicato da Ferro stesso come suo successore nell’arco dell’ultimo anno. Un passaggio del testimone preparato, quindi, ma che non ha mancato di creare qualche tensione. Il fatto stesso che Ferro avesse spinto per far deliberare dal consiglio di sorveglianza la successione già prima della sua morte era stata vissuta come una forzatura. Alla fine la delibera non c’è stata, anche perché sarebbe stato un atto contrario a quanto previsto dallo statuto della Fondazione. Il quale prevede che sia il comitato dei fondatori a indicare il nome del presidente che poi viene nominato dal consiglio di sorveglianza.
Cavagnis rappresenta sicuramente una scelta in continuità ma anche secondo il pensiero di alcuni critici, un po’ troppo specchio di una guida che si tramanda per via dinastica. Si tratta ora di capire se, con il nuovo corso, la visione progettuale impostata da Ferro – soprattutto per quanto riguarda gli investimenti immobiliari – rappresenterà un binario sul quale la Fondazione si muoverà senza indugi. I nuovi investimenti nelle Marche e tra Venezia e Mestre, in particolare, potrebbero essere messi sotto osservazione. Ancora non si conosce, ovviamente, il parere del nuovo presidente ma già nel passato c’erano state delle prese di posizione contrarie nell’ambito degli organi chiamati a indirizzare la gestione della Fondazione. E non è escluso che su questo, una volta definito il cambio al vertice, possa esserci una presa di posizione formale. Il debito della Fondazione nei confronti delle banche ammonta (bilancio 2014) a 62,9 milioni di euro (era di 64 milioni nel 2013). Le rette degli ospiti garantiscono una costante generazione di cassa all’Oic ma ulteriori impegni rischierebbero di creare una tensione finanziaria eccessiva nel momento in cui la Fondazione (solo due anni fa) si è trovata nella necessità di allungare la scadenza del debito con Intesa Sanpaolo.
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