Operazione al pancreas senza bisturi

Hanno “rimesso a nuovo” il suo pancreas senza dover praticare alcuna ferita: l’equipe chirurgica capitanata da Lorenzo Norberto ha rimosso una cisti di 14 centimetri di diametro da un paziente di 38 anni che a soli due giorni dall’intervento riusciva ad alimentarsi da solo, al terzo è stato dimesso. Un risultato che pone ancora una volta Padova all’avanguardia nazionale ed internazionale: l’equipe del professor Norberto, direttore dell’Unità dipartimentale di Endoscopia chirurgica di via Giustiniania, è riuscita a “mettere le mani” su di un pancreas malato senza utilizzare il bisturi grazie ad un endoscopio flessibile di ultimissima generazione. Lo hanno inserito nella bocca del giovane uomo per poi indirizzarlo dritto verso l’obiettivo: è stata operata una voluminosa pseudocisti pancreatica di 14 cm di diametro. Una neoformazione benigna più grossa di una mela, esito di una pancreatite acuta, che causava un dolore insopportabile al paziente, comprimendo gli organi vicini tra cui lo stomaco. L’equipe diretta da Lorenzo Norberto, costituita dal dottor Lino Polese ( Clinica Chirurgica I) e dal dottor Daniele Neri (Chirurgia Epatobiliare), ha sperimentato per la prima volta a Padova un endoscopio flessibile, munito in punta di una telecamera, di un ecografo doppler e di un canale operatore. L’endoscopio è stato introdotto dalla bocca, passando per l’esofago fino a raggiungere lo stomaco. Da qui, dopo aver effettuato un piccolo taglio di pochi millimetri, attraverso la parete gastrica è stato possibile svuotare la cisti pancreatica sotto controllo endoscopico, eco-doppler e radiologico, posizionando un drenaggio tra la cisti e lo stomaco. L’intervento è stato effettuato in sedazione, senza necessità di anestesia generale. Il paziente ha ripreso ad alimentarsi dopo due giorni ed è stato quindi dimesso dopo tre giorni senza complicanze.
Questo tipo di chirurgia viene chiamata con l’acronimo “Notes” (dall’inglese Natural Orifice Translumenal Endoscopic Surgery) e consiste nell’effettuare interventi intra-corporei, entrando nell’organismo attraverso gli orifizi naturali. «Ciò permette», spiega l’equipe chirurgica, «di evitare incisioni chirurgiche cutanee, non solo con vantaggi estetici, ma soprattutto consentendo riduzione del dolore, un’anestesia più leggera e tempi di recupero più brevi». (fa.p.)
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