Ospedale, di notte ingresso libero in reparti e ambulatori

Un giro di due ore nelle palazzine dell’Azienda padovana, al Policlinico e nel Monoblocco. Nessun controllo negli edifici, scorribande facili praticamente ovunque 

PADOVA. “Ma la notte, ma la notte no” faceva la canzone. Invece si.

Di notte come di giorno l’ospedale cittadino è accessibile a chiunque. Malintenzionati inclusi. Con pochissime eccezioni, talvolta facilmente raggirabili, è possibile entrare e uscire in quasi tutti gli edifici dell’Azienda ospedaliera di via Giustiniani.

Si possono percorrere corridoio lunghissimi senza incontrare anima viva, passare in rassegna le porte di ambulatori, uffici e studi medici senza che mai nessuno ti chieda chi sei e cosa fai. Si potrebbe ballare il tip tap sul bancone delle reception senza incorrere in alcun richiamo. Si possono aprire armadietti, fare una razzia di sedie a rotelle, sfruttare barelle, poltroncine e sedie delle sale d’attesa per dormire. Si può entrare nei reparti, infilarsi nelle stanze, nascondersi in uno dei tanti sgabuzzini. Salire e scendere da un piano all’altro utilizzando decine di ascensori sempre funzionanti, anche se portano in aree dove non ci sono degenze e in cui di notte nessuno può avere necessità di andare. Malintenzionati esclusi. Quelli un buon motivo per mettere il naso in giro lo trovano sempre. E infatti i furti in ospedale non si contano. Purtroppo. Dai colpi grossi allo stillicidio quasi quotidiano di portafogli, telefonini, borsette e biciclette. Già, perché anche l’area esterna dell’ospedale è terra di conquista per i predoni. Sistemi di prevenzione, difesa e controllo? Pochi e inefficienti si direbbe.



Accessi incontrollati. Gli ingressi pedonali su via San Massimo e quello su via Ospedale dovrebbero chiudere alle 21. Così sottolinea il cartello affisso in entrambi i cancelli. Peccato che alle 22 siano ancora aperti. E senza sorveglianza. Ma si può entrare anche in auto nella cittadella sanitaria: la sbarra della portineria centrale all’ingresso è alzata e nessuno ti ferma. Allo stesso modo si esce. Per raggiungere i parcheggi bisogna guardarsi le spalle perché è pieno di anfratti e nascondigli dove chiunque potrebbe nascondersi in attesa di tendere un agguato. E hai voglia a farti sentire da qualcuno.

Spogliatoi aperti. Qualche anno fa, dopo parecchie insistenze, è stato installato un sistema di accesso controllato agli spogliatoi del personale collocato nella palazzina dei Servizi: si entra solo strisciando il badge nella centralina accanto alla porta. Peccato che l’altra sera sia bastato spingere la porta e questa si è aperta senza alcuna resistenza. L’infilata di armadietti con i beni di centinaia di infermieri in servizio a un ladro farebbero sicuramente parecchia gola.

Palazzine incustodite. Di fronte c’è l’edificio che ospita il reparto Infettivi: vi si entra dall’ingresso principale, l’astanteria è deserta. Ci sono dei distributori automatici, uno dei quali ha dei rinforzi in metallo da sembrare una specie di carrarmato. Chissà quanto assalti avrà subìto. Anche l’ingresso della Clinica Odontoiatrica è aperto. La seconda porta, anzi, rimane spalancata perché è rotta. Sopra la collinetta a ridosso del bastione Cornaro c’è la Clinica Neurologica. Entri nell’androne e la prima cosa che ti viene in mente è un salone da ballo. Enorme, vuoto, rigorosamente incustodito. Si aprono tutte le porte automatiche che danno accesso alle scale e agli ascensori per raggiungere i piani superiori dove ci sono le degenze, gli ambulatori - con tanto di indicazioni dove si fanno elettromiografie, elettroencefalografie, eco doppler e altri esami che necessitano di macchinari evidentemente presenti dietro quelle porte per cui basterebbe un piccolo cacciavite per aprire. Libero accesso anche nella Pediatria, fin su all’ultimo piano, passando per ambulatori, studi dei medici e reparto con i piccoli ricoverati. Solo in Ortopedia non si riesce a entrare perché bisogna avere il badge.

Policlinico e Monoblocco. Quello che di giorno pullula di un via vai di migliaia di persone, tra pazienti, medici, infermieri e visitatori, di notte è deserto: all’ingresso del Policlinico non c’è nessuno. Infili un corridoio e percorri centinaia di metri senza che nemmeno per sbaglio si possa incrociare qualcuno. Ai lati ci sono le porte d’ingresso di laboratori, studi, magazzini. Nessuna telecamera. Lungo un altro corridoio c’ il deposito di barelle e sedie a rotelle: l’hotel dei senza tetto si direbbe.

Giustinianeo per tutti. È suggestivo il chiostro del Giustinianeo di notte. Dopodiché entri ed è un invito alla scorribanda. Ambulatori, uffici, studi: le porte sono quelle vecchie di legno che andrebbero giù con poco più di un soffio. Scale e ascensori, salvo un paio bloccati, ti portano in tutti i piani. Gli accesi chiusi sono pochi, fra questi quello della piastra endoscopica, dove l’anno scorso sono sparite attrezzature per un milione di euro.
 

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