Ospedale di Padova, piano Covid per l’autunno: sala triage e una nuova Rianimazione

Il dg Flor: «Oltre 150 assunzioni, tra cui oltre 30 medici. Strutture e personale pronti a cambiare pelle in tempo reale»  
CARRAI - REPARTI DELL'OSPEDALE DA RISTRUTTURARE. CLINICA OSTETRICA CARRAI - REPARTI DELL'OSPEDALE DA RISTRUTTURARE.
CARRAI - REPARTI DELL'OSPEDALE DA RISTRUTTURARE. CLINICA OSTETRICA CARRAI - REPARTI DELL'OSPEDALE DA RISTRUTTURARE.

PADOVA. Un nuovo triage esterno fisso per il Pronto soccorso e una nuova Rianimazione con altri dieci posti: nel trend in costante crescita dei contagi da coronavirus che da più parti si affrettano a definire sotto controllo ma che a molti sembra sfuggire di mano ogni giorno di più, ci si prepara ad affrontare la convivenza con il Covid 19 nel prossimo autunno.

L’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, che non ha mai smesso in questi mesi di essere punto di riferimento per i ricoveri dei positivi, sia quelli meno gravi a Malattie infettive, sia quelli più gravi per cui si rende necessaria la Terapia intensiva, ha indossato la corazza anti Covid, pronta a alzare gli scudi di difesa per affrontare anche gli scenari peggiori.

Lo conferma il direttore generale Luciano Flor, assicurando che l’ospedale è organizzato in modo tale da poter “cambiare pelle” in tempo reale per mettere la lotta al coronavirus al centro. E senza tuttavia smettere di fare quello che fa ogni giorno per la salute delle persone.

Nei giorni scorsi è stato installato un nuovo prefabbricato di fronte all’ingresso del Pronto soccorso centrale di via Giustiniani: «Questa struttura» rileva Flor, «ci consente di recuperare oltre cento metri quadrati di spazio ed è interamente dedicata al triage propedeutico all’ingresso in Pronto soccorso. In questo modo abbiamo più spazio all’interno, con le aree Covid e non Covid separate, incluse le sale d’attesa. In questo modo il Pronto soccorso è attrezzato per affrontare sia questa fase sia un’eventuale nuova ondata importante di contagi».

Dopo che sono state smontate le tende della Protezione civile che nella fase più acuta dell’epidemia venivano utilizzate per eseguire i tamponi, questa attività è stata “assorbita” nella palazzina di Malattie infettive che ha dedicato il piano terra ad ambulatori Covid. «La palazzina è rimasta interamente dedicata agli Infettivi» conferma Flor, con 60 posti letto dedicati. Gli screening con i tamponi non sono mai stati interrotti. Ricordo che prima che fossero allestite le tende si facevano 200 tamponi al giorno, oggi se ne fanno molti di più. Se poi se ne ravviserà la necessità in ragione di come andrà l’epidemia, verranno ripristinate anche le tende».

In questa fase non c’è una Rianimazione dedicata unicamente ai pazienti Covid, bensì 7 box di isolamento in Terapia intensiva sui 18 della Rianimazione centrale. A regime, le Terapie intensive Covid arrivano a 39 posti cui si aggiungono anche quelli di Subintensiva gestiti da Fisiopatologia respiratoria ora sospesi.

E anche qui l’autunno potrebbe portare delle novità: «Forse avremo la visita del commissario straordinario per il potenziamento delle strutture ospedaliere per l’emergenza Covid 19 Domenico Arcuri» annuncia Flor, «il quale potrebbe dare il via libera a una nuova Rianimazione da ulteriori dieci posti al sesto piano del Policlinico». A quel punto gli ultimi tre piani dell’ospedale da una parte con la palazzina di Malattie infettive dall’altra e il Pronto soccorso attrezzato a fare da centro di smistamento, sarebbero pronti a trasformarsi all’evenienza in un ospedale Covid a tutti gli effetti.

Se sono fondamentali le strutture adeguate in qualità e capienza, non meno importante per affrontare l’autunno in chiave Covid è la dotazione di personale, sia medico che di comparto. L’Azienda ospedaliera ha condotto nei mesi scorsi una importante “campagna acquisti” per non farsi trovare impreparata nemmeno sotto questo punto di vista. «Il pacchetto assunzioni Covid» sottolinea il direttore generale Flor, «conta oltre 150 nuove assunzioni extra turn over. Abbiamo assunto infermieri, operatori sociosanitari e altre figure professionali. Tra i nuovi arrivi vanno calcolati anche cinque medici per il Pronto soccorso, venti anestesisti per le Terapie intensive, cinque medici per Malattie infettive e due per Pneumologia».

Gli anestesisti in particolare consentono, finché la situazione Covid è sotto controllo, di accelerare l’attività chirurgica. «Devo dire» conferma Flor, «che non solo non si è mai fermata nemmeno durante la fase più critica dell’epidemia dei mesi scorsi, ma abbiamo addirittura incrementato gli interventi. Un dato importante, per esempio, è che ad oggi abbiamo eseguito più trapianti di rene, di fegato e di cuore dello stesso periodo dell’anno scorso. Detto questo» conclude il dg, «l’ospedale è pronto a ogni evenienza. Grazie all’organizzazione che ci siamo dati e a un meccanismo di conversione dei reparti e del personale rodato, l’ospedale è in grado di cambiare pelle in tempo reale». —


 

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