Ospedale, trovato l'accordo sui terreni a San Lazzaro

Il Comune raggiunge una pre-intesa con i privati del Quadrante Nord-Est: permuta di aree e cambio di destinazione d'uso
L'area di San Lazzaro interessata dal progetto del nuovo ospedale
L'area di San Lazzaro interessata dal progetto del nuovo ospedale

PADOVA. Un altro piccolo passo in avanti verso la realizzazione del nuovo ospedale nell’area di San
Lazzaro. La giunta guidata da Massimo Bitonci ha dato l’ok a un pre accordo tra il Comune e i proprietari dei terreni vicini all’area di proprietà per la definizione dei contenuti e dei criteri inerenti alla definizione del nuovo Piano urbanistico attuativo (Pua), riguardante la zona residenziale conosciuta come IR2. In pratica, in cambio dell’ottenimento dei terreni privati necessari per avere la superficie utile per costruire il nuovo ospedale il Comune cederà delle sue aree ai privati (con permuta) prevedendo su queste una destinazione urbanistica mista e ammettendo quella “direzionale e locali di pubblico spettacolo e trattenimento”.

Il progetto e il perimetro del nuovo ospedale
Il progetto e il perimetro del nuovo ospedale

Lo scambio. In sostanza si tratta di uno scambio: il patto prevede infatti la cessione gratuita dell’area di 200mila metri quadrati di San  Lazzaro da parte delle tre società coinvolte, riunite nel consorzio Urbanizzazione quadrante Nord-Est, in cambio della modifica del Pua in un’area limitrofa verso est di proprietà comunale sulla quale si interverrà con una trasformazione urbanistica a “destinazione mista”. «Nessun centro commerciale» sarebbe stato l’unico veto di Bitonci, ma via libera a tutto il resto. Tant’è che nel pre accordo si scrive di “locali di pubblico spettacolo e trattenimento” e nella delibera di destinazione “turistico-ricettiva”. Questi i termini del pre accordo, che però dovrà superare lo scoglio del consiglio comunale prima di diventare un progetto vero e realizzabile.

Le sei date fondamentali per arrivare al pre-accordo sulle aree da destinare al nuovo ospedale nella zona di San Lazzaro
Le sei date fondamentali per arrivare al pre-accordo sulle aree da destinare al nuovo ospedale nella zona di San Lazzaro
Spuntano i grattacieli accanto al futuro ospedale
Un rendering dei nuovi grattacieli a San Lazzaro

Storia e interessi. Come noto, l’area prevista per il nuovo ospedale è in gran parte di proprietà della società Via San Lazzaro Properties Srl, che ha sottoscritto l’intesa con Bitonci assieme alle altre due società proprietarie dei terreni Immobiliare Galzignano Spa e Mantegna Immobiliare Srl unite nel consorzio Urbanizzazione quadrante Nord-Est che ha come amministratore unico Federico Roberto, collega di studio di Simone Salata, cioè il liquidatore della San Lazzaro. Facciamo un passo indietro. Dal 2007 si parla del progetto, poi naufragato, della “nuova San  Lazzaro”, che prevedeva una riqualificazione edilizia con tanto di rione residenziale, negozi, servizi e un centro civico. Il piano saltò per via delle vicende che videro coinvolti i costruttori Mauro Bertani e Bruno Basso (EdilBasso). La società era nata nel 2007 dall’unione fra San Lazzaro Srl di Bertani e DH Residencia, partecipata all’85% da un fondo internazionale, Doughty Hanson. Nella società di Bertani c’era la partecipazione di EdilBasso e della Parfin. I primi amministratori sono Carlo Romano, Salvatore Manfredi e Bruno Basso. Nel dicembre 2007 la società acquista dalla San Lazzaro Srl proprio l’area in questione, che porta in bilancio un portafoglio di oltre 200 mila metri cubi in un misto di residenziale, direzionale e commerciale, dal valore di circa 50 milioni di euro. A quel punto, nell’operazione entra anche Banca Unicredit che finanzia l’acquisto con un mutuo di ipoteca sull’area. Nel 2009 però la San Lazzaro Srl si sgancia e l’anno dopo la società viene messa in liquidazione e il debito sale a 63 milioni. Il liquidatore è proprio Simone Salata, che lavora nello stesso studio di Rubano dell’amministratore unico del nuovo consorzio nato dalle tre società proprietarie dell’area, Federico Roberto.

Le altre società. La permuta, secondo quanto risulta dagli allegati alla delibera comunale, riguarderebbe anche la Immobiliare Galzignano. Società della famiglia Banzato (50% Paola Banzato, 50% Gianfranco Banzato) titolare delle Acciaierie Venete. La terza società del consorzio è la Mantegna Immobiliare, che vede come soci Flavio Maschio (50%) e Ampelio Veleda (50%), geometra di Torre, appassionato di ciclismo e già presidente di un team padovano.

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