Otto mammografi ultra moderni per battere il tumore al seno

Otto mammografi ultra moderni per intercettare le neoplasie al seno. La Regione con un investimento di oltre 1,3 milioni di euro ha dotato l’Usl 6 Euganea delle apparecchiature che consentiranno una diagnosi sempre più precisa ed accurata. I mammografi hanno trovato posto nel Centro Screening di via Scrovegni (2), agli Ospedali Riuniti Padova Sud di Schiavonia (2), all’Ospedale Immacolata Concezione di Piove di Sacco (1), all’Ospedale Pietro Cosma di Camposampiero (1), all’Ospedale di Cittadella (1) e a Montagnana (1). La metà di questi sono completi di tomosintesi, sistema che consente immagini particolarmente nitide, passaggio immediato tra modalità 2D e 3D, applicazioni cliniche avanzate. Inoltre la tomosintesi comporta, rispetto alla mammografia convenzionale 2D, un aumento della capacità di rilevare lesioni al seno invasive di piccolissime dimensioni e una diminuzione dei falsi positivi. Un ulteriore impulso dunque alla grande macchina della prevenzione del carcinoma mammario. «A livello aziendale nel 2019 sono state eseguite 39.851 mammografie, di cui 3. 362 hanno esitato in un approfondimento di 2° livello: 256 di queste donne hanno avuto indicazioni ad intervento chirurgico, 219 i tumori riscontrati. La stragrande maggioranza delle quali è stata riscontrata in fase precoce», ha spiegato Elisabetta Tosi, radiologa esperta in Screening mammografico e Senologia clinica. «Nell’anno in corso, da gennaio a settembre sono state eseguite 18.975 mammografie, di cui 1.310 hanno esitato in un approfondimento di 2 livello. Di queste è stata posta indicazione chirurgica a 168 donne». È chiaro dunque come la possibilità di guarigione dal tumore al seno sia collegata direttamente alla precocità della diagnosi. «Quanto prima si riesce a intercettare una neoplasia che non ha ancora dato segni di sé, neppure all’atto della palpazione, e tanto più alte saranno le possibilità di successo», ha detto il direttore generale dell’Usl 6 Euganea, Domenico Scibetta. «Aderendo alla chiamata dei programmi di screening, rivolti alle fasce d’età considerate più a rischio, si possono realmente ridurre le prognosi infauste, giocando d’anticipo, battendo il tumore sul tempo, intervenendo quando è ancora di piccole dimensioni, quindi rendendolo sempre più curabile con ottimi risultati». Lo screening mammografico è indirizzato alle donne di età compresa tra i 50-74 anni. «Viene spedito a casa un invito per eseguire la mammografia gratuita ogni due anni. L’esame viene refertato da due medici radiologici che lavorano in doppio cieco per garantire la qualità della diagnosi. Se l’esame risulta negativo, la donna riceve a casa l’esito tramite posta. Se invece dovesse essere richiesto un approfondimento, la donna viene contattata telefonicamente dalla segreteria di Screening e le viene fissato un appuntamento», ha spiegato Milena Bano, dirigente medico del Servizio Igiene e Sanità Pubblica. —
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