Otto «sì» in un giorno E a Palazzo Moroni si va a nozze in tram

Boom di matrimoni ieri nella sede del Comune di Padova Nel 2013 sono già 232 i riti civili, contro 149 unioni religiose
Di Valentina Voi

In una mano il bouquet, nell'altra il biglietto del tram. Loredana Salmaso, insegnante al Ruzza, si è presentata così all'appuntamento con Francesco Grandesso, agente immobiliare, che di lì a pochi minuti sarebbe diventato suo marito. Anche lui ha scelto il tram per arrivare a palazzo Moroni, dove la coppia si è sposata ieri mattina. È solo una delle otto cerimonie celebrate in poche ore in un affollatissimo municipio, sempre più gettonato per i matrimoni.

Al matrimonio in tram.

Ieri mattina la sposa, vestita di tutto punto e in compagnia di uno stuolo di amiche, ha atteso il tram in via Guido Reni, all'Arcella, diretta verso riviera dei Ponti Romani. Nel frattempo il futuro sposo stava salendo sul serpentone blu al Bassanello: si sono incontrati nel cuore di Padova, a palazzo Moroni, dove è stata celebrata la cerimonia di fronte ad amici e parenti. Come da tradizione, Loredana si è fatta attendere. Merito anche del tram, aspettato per oltre venti minuti sulla banchina. Poco importa: sala Paladin, sede abituale dei matrimoni celebrati il sabato mattina, era ancora occupata.

Wedding day.

A detta degli uscieri a palazzo non si erano mai visti così tanti chiffon, tacchi e papillon come ieri mattina. Centinaia di persone hanno affollato per tutto il giorno il cortile e il giardino pensile del municipio dove ogni giorno transitano assessori e consiglieri. C'erano anche loro ieri mattina: Paolo Cavazzana ha sposato le prime coppie della mattina, iniziata alle 10.15 con un matrimonio con interprete perché la sposa era straniera. Marco Carrai ha invece officiato le nozze di Giorgio Romeo, maresciallo della Guardia di Finanza. Altre cerimonie sono state invece celebrate da amici degli sposi che hanno richiesto all'ufficio Matrimoni del Comune una delega speciale.

Piace il rito civile.

La tendenza si è ormai consolidata. Con il passare degli anni le coppie scelgono sempre più frequentemente il rito civile rispetto a quello religioso. Lo scorso anno il 47% dei matrimoni è stato celebrato in chiesa a fronte del 53% con rito civile. Quest'anno sono già 232 gli sposalizi con rito civile, 149 quelli religiosi. Una scelta che guarda meno alla “stagionalità” del momento del «sì». I matrimoni religiosi sono pochissimi nei mesi invernali mentre si distribuiscono più equamente in tutti i mesi dell'anno per quanto riguarda le cerimonie in municipio.

Costi e personale.

Dallo scorso anno a Padova è possibile sposarsi anche di sabato pomeriggio o la domenica, ma è necessario pagare una quota. Per i residenti la cifra è di 500-600 euro mentre per i non residenti sale a 700-800. Il motivo è semplice: bisogna pagare i dipendenti comunali che curano la cerimonia e i suoi aspetti burocratici. Per lo stesso motivo non sono previste location alternative. «Siamo aperti a spunti e non escludiamo a priori la possibilità di celebrare anche in altri luoghi» spiega l'assessore ai Servizi demografici Silvia Clai, «ma c'è un problema di personale».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova