Scritte contro polizia e magistrati, perquisite le case di tre anarchici a Padova

I tre, militanti anarchici, avevano lasciato sui muri delle città scritte contro polizia e magistrati. Sono indagati per istigazione a delinquere e ricettazione

Le scritte anarchiche contro la polizia di Padova
Le scritte anarchiche contro la polizia di Padova

La Digos della questura di Padova ha perquisito le case di tre esponenti del movimento anarchico per le scritte apparse lo scorso 11 luglio in città.

Le scritte sono rivolte contro polizia e magistrati.

I tre, individuati grazie all’analisi dei filmati di diverse camere di videosorveglianza, sono indagati per istigazione a delinquere e ricettazione.

Lo scorso luglio, in varie parti della città erano comparse scritte come “Alfredo Libero - 41 bis uguale tortura” e poi su degli striscioni “Da Milano a Torino Procure insanì” seguite da tre A cerchiate, e poi “Awad Mohamed Attia a fuoco A alla polizia”.

"E' un monito a non abbassare la guardia di fronte all'odio, perché l'odio genera violenza e la violenza genera lutti. La risposta da parte nostra c'è stata".

Lo ha affermato il Questore di Padova, Marco Odorisio, commentando l'operazione nei confronti di esponenti anarchici per scritte contro la Polizia e la magistratura.

"All'entrata del mio ufficio - ha ricordato Odorisio, a margine di un incontro a Padova - ci sono 11 foto di altrettanti poliziotti vittime del dovere e morti in servizio. Tra i colleghi che vedo ogni giorno in quelle foto c'è il volto di Antonio Niedda, che commemoriamo ogni 4 settembre, data in cui 50 anni fa fu ucciso dalle Brigate Rosse. Padova ha vissuto una stagione molto luttuosa, non è una questione di colore o appartenenza, ma c'è una attività costante di monitoraggio di determinate aree", ha concluso

Tutti gli indagati erano già noti per la loro partecipazione a manifestazioni ed eventi dell'ambito anarchico.

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