Campo rom in via Longhin a Padova, sale la protesta: «Crea degrado»
L’amministratore dei condomini della zona ha mandato una lettera al Comune: «Doveva essere provvisorio, sembra definitivo. Pronti a costituire un comitato»

In una zona che da sempre è nodo nevralgico della produttività padovana, tra capannoni, uffici e attività industriali, esplode la polemica. Siamo in via Longhin, nel cuore della zona industriale, e a sollevare la protesta è un libero professionista che lavora in uno dei tanti uffici affacciati sulla via. Il motivo la presenza, sempre più strutturata e apparentemente definitiva, di un campo rom. Chi lavora qui non solo si dichiara pronto a costituire un comitato per avere risposte dall’amministrazione, preparandosi anche a una raccolta firme, ma si è già mosso con una lettera al Comune.
«Dovevano restare qui in via provvisoria, ma sono già passati sei, forse otto mesi», racconta il professionista, che parla di una situazione divenuta ormai insostenibile. «Il Comune ha addirittura asfaltato l’area, sistemato le tubature, installato un cancello. Non sembra più una sistemazione temporanea».
In realtà, la presenza di famiglie nomadi in via Longhin non è affatto nuova. È da tempo che alcune comunità risiedono in zona. A cambiare gli equilibri è stato lo spostamento, deciso dall’amministrazione, di altri nuclei familiari provenienti da via Ferrero, avvenuto un paio di anni fa.
Un’area di proprietà delle stesse famiglie, che verrà però espropriata perché in zona residenziale e considerata incompatibile con il contesto abitativo circostante. Qui a breve dovrebbe infatti sorgere un centro di addestramento per cani della polizia locale.
Lo spostamento di questi nuclei in via Longhin non sembra però aver risolto i problemi, ma solo spostati: «Qui c’è degrado, bambini che corrono tra le macchine, sporcizia, rumori continui. I clienti che arrivano negli uffici non si sentono al sicuro, temono per le loro auto», denuncia ancora il professionista.
E non è l’unico. L’amministratore di numerosi condomini della zona, tra cui i complessi Tiepolo, Raffaello, Foscolo-Leopardi e Galileo, ha inviato lo scorso agosto a nome di chi lavora nella zona una lunga e dettagliata mail al sindaco Sergio Giordani, agli assessori Andrea Micalizzi e Margherita Colonnello, ai dirigenti comunali, al prefetto e al comandante della polizia locale.
Nel testo, l’amministratore descrive una situazione preoccupante: «Dal campo nomadi provengono schiamazzi, disordine visibile dalla strada, vengono mandati ragazzini in perlustrazione per verificare dove c’è da rubare, e lasciano rifiuti ovunque».
Ma la denuncia si allarga anche a problematiche precedenti, con riferimenti a episodi di spaccio, vandalismi, tossicodipendenti negli androni dei palazzi, senzatetto sotto i portici. E per contrastare questa situazione, i condomini avrebbero investito risorse private: «Abbiamo pagato vigilanza notturna e diurna, chiuso l’ingresso dei condomini con un serramenti metallici. Ma ora, dopo aver riportato un minimo di decoro, ci troviamo di nuovo a dover fronteggiare situazioni che rischiano di compromettere tutto». L’impatto economico sarebbe poi tutt’altro che secondario. «Non possiamo accettare un deprezzamento dell’area per scelte tecnico-politiche che non considerano i sacrifici fatti finora per mantenere la zona vivibile e sicura».
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