I palloncini in cielo, tutti i compagni di scuola: a Padova il funerale di Alessandro, morto a Corfù

L’abbraccio della città ad Alessandro Bandarin Troi, morto a 17 anni dopo un tragico incidente nell’isola greca di Corfù dov’era in vacanza con alcuni coetanei. In centinaia si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale della Madonna Incoronata, alla Sacra Famiglia

Edoardo Fioretto
Il funerale di Alessandro Bandarin Troi, morto a 17 anni
Il funerale di Alessandro Bandarin Troi, morto a 17 anni

Tutti pieni i posti ai banchi, gente in piedi e affollata persino la sala Papa Giovanni. Così l’abbraccio della città ad Alessandro Bandarin Troi, morto a 17 anni dopo un tragico incidente nell’isola greca di Corfù dov’era in vacanza con alcuni coetanei. In centinaia si sono ritrovati nella chiesa parrocchiale della Madonna Incoronata, alla Sacra Famiglia.

«Eri un ragazzo curioso, dalla mente aperta», lo ha ricordato il parroco, don Gianromano Gnesotto.

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La vittima, Alessandro Bandarin Troi

«Siamo qui oggi per avere il conforto della fede», ha aggiunto, «anche se non potrà mai riempire il vuoto fisico che lascia Alessandro. Ma possiamo sperare che la preghiera sia un ponte tra i ricordi che conserviamo di Alessandro. Era amante di vita, appassionato di viaggi e incontri». Presenti alla funzione, oltre a tanti amici e colleghi di liceo di Alessandro, i compagni della Canottieri dove si allenava.

E ancora, l’ex rettore Rosario Rizzuto, l’assessora Cristina Piva, l’olimpionico Rossano Galtarossa, l’ex presidente di Padova Hall Nicola Rossi tra gli altri. Alla fine della cerimonia gli amici di Alessandro si sono stretti in un lungo e commosso abbraccio prima di lanciare una sessantina di palloncini bianchi e azzurri in cielo.

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Alessandro Bandarin Troi

Sul decesso, che per ora si tratteggia come una tragica fatalità, la procura di Padova ha aperto un’inchiesta parallela a quella greca.

Per ora non ci sono indagati. Da quanto ricostruito, anche con l’aiuto di testimoni, sembra che Alessandro sia precipitato autonomamente, per un passo falso, dalla finestra del secondo piano dell’albergo in cui stava alloggiando.

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