Padova, i messaggi prima del duello mortale: «Non traviare i bimbi e combatti con me»
"Sei un peccatore, astuto e traditore. Post inquietanti lasciati dalla vittima su Facebook. Ma chi lo conosceva parla di un uomo e una coppia felici

FERRO - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - OMICIDIO STADIO EUGANEO
PADOVA. Un qualcosa di forte e radicato nella testa e nell’animo di Walter Sahagun si muoveva già qualche mese fa. Un sentimento di rabbia, e forse anche di vendetta, nei confronti di quello che era il suo avversario e che gli ha poi tolto la vita a colpi di katana e roncola, cresceva ormai da diverso tempo. A dimostrarlo sono i messaggi lasciati di recente proprio sulla sua bacheca Facebook, dove il filippino di 51 anni, padre di due figli maschi, si rivolgeva così al suo rivale, che oltretutto non mancava di taggare: Arca Melvin.

Arca Melvin, fermato
il messaggio. Il 16 giugno alle 18.25, Walter Sahagun scriveva testualmente: “Sono qui a casa mia da solo! In qualsiasi momento basta che me lo dici! Ci siamo dati appuntamento allo stadio Euganeo l’altro giorno ma non sei venuto, ho fatto 3 giri ma non ho visto nemmeno la tua ombra. Meno male che non mi ha visto la polizia. Per quale motivo bisogna mantenere il segreto? Non dire che ti vergogni di sapere che sei peccatore, astuto e traditore, perché se succede qualcosa a qualcuno dei due l’altro verrà preso (dalla polizia ndr). Combatti lo stesso! Voi ragazzi siete sempre in movimento! E non mettere in mezzo i miei antenati perché nemmeno tu li hai conosciuti, non insegnare cose sbagliate ai bambini in modo che non crescano come te che non hai rispetto!”.
Un messaggio che con il senno di poi lascia intravedere uno scenario terribile, di duello, di quello che poi si è realmente verificato ieri, sotto il sole cocente di un torrido pomeriggio di luglio.
una coppia per bene. Uno scenario che nessuno tra conoscenti e amici del filippino si sarebbe mai immaginato. «Walter e la moglie sono una coppia per bene. Lui lavorava in un albergo nella zona termale, poi con la crisi, ormai qualche anno fa, aveva perso il lavoro. Da poco era finalmente stato assunto in un ristorante filippino dietro il Centro Giotto ed era felicissimo», racconta scossa una connazionale amica di famiglia.
comunità sconvolta. Ieri nel pomeriggio nella comunità filippina padovana la voce ha cominciato a diffondersi in un rapido passaparola. «Tutta la nostra comunità è sconvolta da quello che è successo e si stringe intorno alla moglie Chona e ai figli ».
Walter Sahagun e la moglie, che di mestiere fa la domestica, vivevano in città ormai da diversi anni. Dal 2005 hanno abitato al quarto e ultimo piano di una palazzina di via Diano 9, alla Guizza. Un condominio inserito nel verde, di fronte a un parco giochi frequentato non solo da mamme e bambini ma anche dagli anziani dei palazzi limitrofi. Da poco però si erano trasferiti altrove. «È da un po’ che non li vediamo qua. Sono una famiglia molto riservata. Persone che hanno sempre lavorato e non hanno mai dato problemi a nessuno». E anche dai profili Facebook di Walter e Chona si evince il fatto che fossero una famiglia felice. O almeno questa è l’impressione che se ne trae dalle numerose foto scattate.
profili facebook. Ci sono immagini dei compleanni dei bambini, altre sotto l’albero di Natale davanti a palazzo Moroni, foto dei viaggi di ritorno nelle Filippine. Ma il profilo Facebook di chi ha tolto la vita a Walter Sahagun non è da meno. O meglio i profili, visto che Arca Melvin ne ha ben quattro all’interno del social network. Anche qui immagini di serenità, di spensieratezza e di unione familiare non mancano. Lui con il nonno in ospedale, lui abbracciato a qualche bambino, lui che ride e scherza con gli amici. Non traspare alcun segno di aggressività e violenza. Insomma immagini che poco si avvicinano all’idea comune di due duellanti che tentano di finirsi a vicenda a feroci colpi di katana. —
Alice Ferretti. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI .
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