Padova, il dottor Minasola in ospedale con il Covid: «Noi medici di base lasciati soli in prima linea»

Padova. «Ci hanno lasciati soli in prima linea. Noi medici di base siamo la prima barriera contro il virus». Parla da un letto del reparto di Medicina dell’Azienda ospedaliera Domenico Minasola. Ricoverato dopo la positività al Coronavirus. Una figura molto conosciuta in città: ex presidente del Maap, già vicepresidente di AcegasAps, politico di orientamento centrista. Ma soprattutto: un medico di base. Una delle categorie più esposte al Covid. Tanto da dichiararsi contrario, alcune settimane fa, alla richiesta di fare i tamponi rapidi del governatore Zaia.
Il contagio e le difese
Niente da fare, nessuna difesa è stata utile: il virus è arrivato e ha colpito forte. Tanto da rendere necessario un ricovero. «Mi ritengo solo un’altra vittima del dovere. Tanti stanno cadendo in questa lotta contro un terribile nemico – racconta Minasola – Però devo dire che ci siamo fatti trovare di nuovo impreparati: il governo aveva tutta l’estate per evitare questa nuova strage».
La seconda ondata, infatti, non era certo inattesa. E spesso i medici di base, attraverso il segretario della Fimmg Domenico Crisarà, hanno espresso la loro preoccupazione: «La Regione ci ha fornito dei dispositivi, ma non ci è stato dato un protocollo a livello del Ministero della salute – denuncia Minasola – Avrebbero dovuto dirci come proteggerci. Avrebbero dovuto vestirci con tute e scafandro. E non solo con mascherine e camici. Ci voleva una sana organizzazione da parte del ministero della salute e del comitato tecnico, che doveva darci disposizione precise di protezione individuale e non solo imporre nuove misure che abbiamo adottato verso i nostri assistiti».
Il rammarico e la battaglia
Minasola fino allo scorso luglio è stato presidente del Maap, il mercato agro-alimentare di corso Stati Uniti, che è riuscito ad affrontare la prima ondata di Coronavirus, in primavera, senza contagi e senza chiudere neppure un giorno. Ma ora la battaglia più importante contro il virus la vive sulla propria pelle. Con il pensiero sempre rivolto agli altri: «La mia sofferenza adesso è quella di abbandonare i miei assistiti a cui sono profondamente legato», racconta. Tra di loro, quando era in città, c’era anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati.
«Voglio ringraziare Domenico Crisarà che sta dando una grande mano a noi che siamo in prima linea – conclude – E poi i colleghi e gli infermieri che si stanno prodigando, con tanto amore e sacrificio, per assicurare a tutti noi la migliore assistenza». —
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