Padova, la campagna social dell'Usl 6: «Dietro le mascherine, ora parlano i volti»

PADOVA. Tra i molti sacrifici a cui sono chiamati medici, infermieri e sanitari c’è sicuramente quello di dover rinunciare, forse più di ogni realtà professionale, ai loro lineamenti. Alla bocca, alle pieghe di un sorriso o di uno sforzo, spesso anche al taglio degli occhi. Al loro volto, alla loro identità, alle emozioni che si possono comunicare. Coperti dai dispositivi di protezione individuale di ogni genere, da febbraio ad oggi hanno lasciato parlare quel poco che può emergere e trapelare da mascherine e visiere. «Per Natale vogliamo andare oltre lo sguardo, mostrando i loro volti», spiega l’Usl 6 Euganea, che sabato 12 dicembre ha inaugurato la campagna social “Le nostre Stelle di Natale”.
Con gli hashtag #lenostrestelledinatale e #ulss6euganea, i dipendenti, protetti dai dpi, mostreranno il loro vero volto, in fotografia. «Si vuole così restituire un’identità anche visiva a quanti sono costretti, in questi mesi pandemici, a nascondere i propri lineamenti: le ragioni di sicurezza non superano le ragioni del cuore, e per questo vogliamo promuovere una sorta di “operazione-trasparenza” mostrando ciò che finora il Covid-19 ha costretto a rimanere celato».
Lo sottolinea bene lo stesso direttore generale Domenico Scibetta: «Vogliamo restituire un volto a ciascuno dei nostri dipendenti, siano essi dirigenti, medici, infermieri, operatori socio-sanitari, addetti alla sicurezza o alle pulizie, insomma a tutti coloro che si trovano ogni giorno, faccia a faccia, con il Coronavirus». Continua Scibetta: «Natale significa rinascita, e noi desideriamo coltivare l’arte della levatrice, promuovere un’operazione maieutica che fa riemergere dai dispositivi di protezione individuale il vero volto dei nostri operatori». Nella pagina Facebook dell’Usl 6 sono già state pubblicate le prime foto.
Oggi anche loro sono educati a doversi confrontare con volti coperti da mascherine e visiere, eppure la distanza che creano questi dispositivi diventa importante soprattutto quando si parla di bambini. Lo spiega la pediatra Nadia Zabadneh dell’ospedale di Schiavonia: «Mostrare il volto a un bimbo è fondamentale e quindi lavorare con il volto coperto rende tutto difficile» spiega il medico «Mostrare occhi e sorrisi significa trasmettere fiducia e porsi alla pari. Eppure abbiamo notato una grande maturità anche dei più piccoli, i primi a superare questo ostacolo. Dirò di più: un neonato ha la necessità di vedere l’intero volto per riconoscere una persona. In questi ultimi mesi, invece, abbiamo notato bambini molto piccoli che sorridono e rispondono anche solo guardando gli occhi: è un bel messaggio». —
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