Padova. Operaio licenziato si uccide, l’azienda: «Abusava della legge 104»

La Colbachini: «Decisione difficile ma motivata». Il sindacato: «Segnale di imbarbarimento dei rapporti di lavoro»

PADOVA.L’azienda lo licenzia per aver “abusato” della legge 104, lo sconforto è insopportabile e il lavoratore si toglie la vita. La tragedia, oltre al profondo rammarico per la morte di un uomo e di un collega, scatenato anche la dura reazione dei sindacati: «Sempre più spesso vige la legge del più forte».

LA CONTESTAZIONE

Simone Sinigaglia, 40 anni, viveva a Valnogaredo di Cinto Euganeo. Lavorava dal 2009 come operaio addetto ai semilavorati alla Ivg Colbachini di Cervarese Santa Croce, azienda con 400 addetti e più stabilimenti specializzata nella produzione di tubi in gomma. Un mese fa la dirigenza aveva contestato all’operaio, con un richiamo disciplinare, un uso improprio della legge 104, che concede 3 giorni al mese retribuiti per assistere familiari con handicap grave.

Sinigaglia li aveva chiesti 2 anni fa per seguire l’anziana zia. Grazie a un investigatore privato, era emerso un utilizzo improprio di quei permessi: stando alla ricostruzione fornita dal sindacato, pare che all’operaio fosse stato contestato di essersi recato al bar e, in un’altra occasione, di avere utilizzato quel tempo per sfalciare dell’erba.

In sede di audizione il 40enne avrebbe provato a giustificare la sua posizione, ma evidentemente all’azienda non è bastato. Mercoledì pomeriggio, prima dell’inizio del suo turno di lavoro, a Sinigaglia è stata consegnata la lettera di licenziamento. L’operaio, incapace di reggere quel provvedimento, è salito in auto e ha raggiunto l’argine del fiume Gorzone a Sant’Urbano, luogo che conosceva bene per la sua passione per la pesca. Dopo aver scritto un biglietto alla famiglia, Sinigaglia si è impiccato a un albero.

PROCEDURA LEGITTIMA

«Siamo tutti sconvolti. Non ci sono parole per esprimere il dispiacere nostro e di tutte le maestranze», affermano il general manager della Ivg Dario Baessato e il direttore del personale Giovanni Ceron. È loro la firma sulla lettera di licenziamento. «È stata una decisione non facile che abbiamo preso nel rispetto delle procedure previste dalla legge.

A metà dicembre sono state contestate al lavoratore le inosservanze. Venerdì della scorsa settimana si è tenuta l’audizione per le giustificazioni alla presenza di un sindacalista, come prevede lo statuto del lavoratori. Non è stata una scelta su un sentimento, ma su fatti oggettivi».

Con la lettera di licenziamento in mano, Sinigaglia si sarebbe limitato a chiedere quando avrebbe potuto ritirare gli effetti personali che custodiva nell’armadietto dello spogliatoio.

LA REAZIONE DELLA CIGL

«La morte di Simone Sinigaglia è il segno dell'imbarbarimento dei rapporti di lavoro», è il forte monito di Aldo Marturano e Luca Rainato, rispettivamente segretario generale Cgil Padova e Filctem Cgil Padova.«Innanzitutto esprimiamo cordoglio e tutta la nostra solidarietà a familiari, amici e colleghi di Simone. Un evento così drammatico non può non indurre una riflessione, al di là della singola vicenda su cui va fatta chiarezza fino in fondo da parte degli organismi competenti». L

a Cgil contesta in particolare il modo in cui l’azienda ha reperito informazioni sulla condotta dell’operaio: «La pratica diffusa delle aziende di assoldare investigatori privati per seguire e controllare i lavoratori è per noi inaccettabile e il fatto che sia legalmente legittima non esime dall'esprimere un giudizio di valore. Crediamo sia uno dei sintomi più evidenti dell'imbarbarimento dei rapporti di lavoro, dove sempre più spesso vige la legge del più forte».

SCELTA DEVASTANTE

Continua il sindacato: «Si è persa completamente la sensibilità che dovrebbe far valutare gli effetti devastanti che può determinare la perdita del lavoro su una persona, che non ha altri mezzi per potersi sostentare. Le donne e gli uomini che lavorano non sono macchine, che si possono spegnere senza che questo determini particolari conseguenze. Sono esseri umani con le loro vite, le loro fragilità, i loro problemi e come tali dovrebbero essere trattati».

Chiudono Marturano e Rainato: «Anche quando si decide un provvedimento disciplinare, andrebbe sempre rispettato il criterio della proporzionalità e offerta al dipendente la possibilità di rimediare a un eventuale errore. Sul rispetto della legge, infine, dovrebbero vigilare organismi pubblici, non investigatori privati pagati da aziende. Aziende che farebbero bene a investire le proprie risorse in ben altre direzioni. Il dramma che si è consumato e che è costato la vita a una persona di appena 40 anni sia almeno di monito per il futuro».

RISPETTOSO SILENZIO

Ieri i dipendenti dei due turni di lavoro si sono riuniti in assemblea e, come avevano deciso mercoledì pomeriggio dopo aver saputo della tragedia, hanno chiesto e ottenuto dalla direzione di lasciare il posto di lavoro in segno di lutto.

Anche i rappresentanti dei lavoratori della Ivg fino a domani, data del funerale di Simone Sinigaglia che sarà celebrato alle 10 nella chiesa parrocchiale di Fontanafredda, hanno deciso di non organizzare alcun tipo di protesta per rispettare il lutto che ha colpito la famiglia. «Questo è il momento del dolore; da lunedì, conclude il sindacalista Rainato, «molti particolari di questa strana vicenda dovranno essere chiariti». 


 

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