Padova, Piano del Verde del Comune: l’errore è una virgola

L’amministrazione corregge una tabella e inserisce giardini monumentali e rinaturalizzazione. «Le aree Zip? Non le gestiamo noi»

Cristiano Cadoni
Una veduta della zona industriale: le aree verdi non sono state inserire nel Piano del Comune
Una veduta della zona industriale: le aree verdi non sono state inserire nel Piano del Comune

PADOVA. Una virgola sbagliata, per un errore di trascrizione, ha trasformato 499 mila in 49 mila e 931 metri quadrati di verde, facendo risultare inesatto il conto finale di una tabella.

La correzione del conteggio, che però non sposta di una virgola il senso generale, è l’unica “concessione” fatta alle nove osservazioni al Piano del Verde presentate da Osservazione Urbana, un gruppo di professionisti del quale fanno parte, per citarne alcuni, l’ex assessore Luisa Calimani e l’ex presidente Zip Roberto Ongaro. Su un totale di trentuno osservazioni al documento di pianificazione presentate da cittadini e associazioni, l’amministrazione ne ha accolto quattro, e due di queste erano uguali.

IL VERDE STORICO

Individuare, catalogare e schedare i giardini storici pubblici e privati, per poi tutelarli e valorizzarne le caratteristiche, è il suggerimento dato dal Gruppo giardino storico con un’osservazione che è stata accolta in toto dal Comune. «Il Piano del Verde si è concentrato sul verde di proprietà pubblica», ha risposto l’amministrazione, «non su quello monumentale privato». Ma il suggerimento era giusto, perciò il Piano sarà arricchito con un capitolo dedicato ai “Criteri di intervento sul verde storico”.

LA NATURA IN CITTA’

Dal Comitato Mura e dal Gruppo Natura dello stesso è arrivato invece il suggerimento di individuare e catalogare le aree umide dove favorire lo sviluppo della natura selvatica e dove attuare interventi tattici, anche coinvolgendo i cittadini. Un suggerimento che sarà inserito nel capitolo dedicato alle Strategie della biodiversità.

LE AREE FRUIBILI

Il gruppo di Osservazione Urbana ha contestato agli uffici del Verde la mancata distinzione fra verde fruibile e non. «Ma tutto il verde di prossimità, catalogato nel capitolo 6 del Piano, è accessibile e fruibile», ha risposto l’amministrazione.

«Abbiamo individuato le aree accessibili ai cittadini, quindi non le scarpate o le aiuole. E a queste aree abbiamo dato un punteggio alto, se già utilizzabili e attrezzate, o medio se migliorabili con piccoli interventi o basso se c’è molto da fare», spiega l’assessore al Verde Chiara Gallani. «Stiamo parlando in ogni caso di verde a disposizione. Che è di 11,5 metri quadri per cittadino, come noi stessi abbiamo dichiarato». Il gruppo contestava invece che nella distinzione tra fruibile e non, la quota si riducesse da 27 a 11 metri quadrati per ogni cittadino.

IL VERDE CHE NON C’E’

La Prandina e le aree della zona industriale non sono considerate nel Piano: a queste “mancanze” sono state dedicate due osservazioni del gruppo.

«La Prandina», ha risposto il Comune, «ha una destinazione a verde attrezzato che sarà determinata e confermata in modo definitivo con il nuovo Piano degli interventi. Ma qualsiasi opera pubblica venga realizzata - parco, edificio scolastico ecc. - dovrà avere una successiva approvazione in consiglio d’intesa con la Soprintendenza, trattandosi di un’area tutelata».

Il Piano del Verde recepirà quella modifica, ma non può anticipare o dettare scelte. Quanto alle aree del consorzio Zip, il Comune ha risposto che si tratta di verde «non gestito dall’amministrazione comunale e quindi, così come per il verde appartenente ad altri enti, le aree non sono considerate nel conteggio del verde pubblico». A quelle aree, tuttavia, è dedicata una tavola nel capitolo sulle strategie.

LE ALTRE OSSERVAZIONI RESPINTE

Bocciata, «perché il Piano del Verde non è un progetto specifico», la richiesta di inserire un piano economico che consenta di acquisire le aree per il completamento del Parco delle Mura.

Respinta anche la richiesta di verificare le aree di prossimità in base alle distanze: «Il metodo scelto per il calcolo delle distanze - 300 o 800 metri, 5 o 15 minuti - è quello che considera gli effettivi percorsi stradali». Sulla contestazione che le mappe non sono facilmente leggibili online, infine, il Comune ha risposto che tutti i documenti erano comunque disponibili negli uffici. —

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