Affettività, da settembre corsi in 66 scuole padovane: scende in campo la Fondazione Cecchettin

Ecco il patto tra nove istituzioni del territorio per contrastare la violenza di genere. Dalle elementari ai licei in tutta la provincia al via lezioni contro gli abusi sulle donne e per l’uso di un linguaggio inclusivo

Edoardo Fioretto
La presentazione del progetto affettività per le scuole padovane
La presentazione del progetto affettività per le scuole padovane

Resta centrale nel dibattito della società civile il tema della violenza sulle donne. Come contrastarla? Come insegnare il valore della vita ai giovani? Ma soprattutto, come aiutarli ad affrontare quelle emozioni che troppo spesso sfociano in tragedie? Domande alle quali si rivolge il primo progetto concreto del tavolo “Prevenire e promuovere” presentato ieri, 29 maggio.

È stato realizzato con il contributo di nove attori del territorio, tra cui la Fondazione Giulia Cecchettin, nell’ambito del Protocollo di rete per il contrasto alla violenza contro le donne.

Le porte di 66 istituti comprensivi di Padova e provincia si apriranno così a corsi dedicati all’educazione affettiva e al contrasto della violenza di genere: 26 saranno finanziati direttamente dall’organizzazione voluta da Gino Cecchettin.

«È importante puntare sulla formazione, per insegnare ai bambini fin da piccoli il valore delle emozioni, il rispetto dell’altro e delle disuguaglianze: solo così possiamo creare una cultura di cambiamento», osserva Daria Fallido, referente della Fondazione.

Una foresta che cresce

«Purtroppo il tema della violenza contro le donne è piena di notizie di alberi che cadono, per fortuna oggi – finalmente – diamo la notizia di una foresta che cresce». La riflessione arriva direttamente dall’assessora Margherita Colonnello, delegata alle Politiche di genere e Pari opportunità, capofila di un progetto che vede la luce dopo quattro anni di sinergici lavori tra le diverse istituzioni, sottoscritto nel giugno 2021.

È la prima volta che l’educazione all’affettività entra di fatto anche nelle scuole elementari e medie. «Prima veniva affrontato solo nel triennio dei licei», riflette ancora l’assessora Colonnello. Per le scuole del primo ciclo l’investimento è di 60 mila euro. «Speriamo che altre città capiscano l’importanza di quello che abbiamo costruito e seguiranno questa rotta», aggiunge la delegata alle Parti opportunità.

Educazione alle emozioni

L’offerta prevede il contributo centrale del Centro veneto progetti donna, che attuerà i corsi sull’educazione al consenso e alle relazioni – modulati in base alla fascia d’età – per le scuole elementari e medie. «Grazie all’esperienza nel nostro settore e alle conoscenze acquisite grazie ai centri antiviolenza, siamo in grado di portare il tema nelle scuole con un’ottica diversa», spiega Stefania Lodo, referente per le attività di educazione e prevenzione del Centro antiviolenza del Veneto. «Conoscere i problemi – prosegue – ci mette di fronte all’opportunità di poter parlare con maggiore consapevolezza».

I corsi si divideranno in tre incontri da due ore ciascuno per ciascun gruppo di studenti. Per le scuole primarie, per esempio, si parlerà soprattutto dell’abbattimento degli stereotipi di genere; alle medie maggiore centralità l’avranno temi come il rispetto, oltre alle cause della violenza sulle donne.

Iniziative a tutto tondo

Spazio anche per progetti collaterali organizzati dall’Usl, e rivolti agli studenti delle seconde dei licei (età in cui avvengono la maggior parte delle prime esperienze affettive o sessuali): tra i diversi temi trattati, quelli delle malattie sessualmente trasmissibili e l’importanza dei contraccettivi.

Spazio anche a Camera di Commercio e Università.

I primi saranno orientati al linguaggio inclusivo, con video-lezioni interattive per sfondare la barriera culturale delle discriminazioni. Mentre le iniziative dell’Ateneo si concentreranno sulla «formazione esperienziale» dedicata sia a studenti che docenti, «sui temi del genere, delle discriminazioni e delle molestie, fino alla violenza». Importanza nel Protocollo anche all’Ufficio progetto giovani del Comune.

«Sono i ragazzi, prima di tutto, a chiederci iniziative nelle scuole su questi temi di grande attualità», chiarisce il consigliere comunale Pietro Bean, incaricato delle Politiche giovanili.

Spazio verrà dedicato anche ai diritti Lgbt+ attraverso il centro antidiscriminazioni Mariasilvia Spolato. Oltre ai già menzionati enti, hanno collaborato anche l’Ufficio scolastico di Padova e Rovigo, la Regione Veneto e la Provincia di Padova.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova