Padova, tenta il suicidio con i figli, ma poi si pente: mamma condannata per tentato omicidio

PADOVA. Il capo d’imputazione era pesantissimo. Lo era a maggior ragione visto il “ruolo” dell’imputata. Dietro al caso giudiziario, però, c’è una storia che va ben al di là delle carte. E che, fortunatamente, ha visto la protagonista, prima di tutto, intraprendere un serio e consapevole percorso di riabilitazione.
Ieri mattina, in Tribunale a Rovigo, una donna residente nella provincia di Padova – madre di due bambini – è stata condannata a 2 anni e 2 mesi di reclusione per il tentato omicidio dei suoi due figli. Poco più di un anno fa la donna era arrivata nella Bassa padovana con i due figlioletti di tre e dieci anni.
Aveva deciso di togliersi la vita, e di farlo assieme a loro. All’ultimo era riuscita ad evitare il peggio, ma quel gesto le aveva fatto scattare qualcosa di importante: con l’aiuto dei familiari, la madre si era autodenunciata ed aveva cominciato un percorso di cure. Per lei, però, è scattata anche la denuncia, che ha dato il via all’iter giudiziario culminato ieri.
L’EPISODIO
I contorni della vicenda sono sfumati, sia per la delicatezza e gravità dell’episodio e sia perché sono coinvolti due minori. Un anno fa la donna, al culmine di una crisi depressiva, aveva scelto di togliersi la vita gettandosi in un canale della Bassa padovana. Quel giorno aveva portato con sé i due figli, di dieci e tre anni.
Li aveva letteralmente legati al suo corpo con una corda, per impedire che una volta in acqua potessero ritornare in superficie.
Fortunatamente, in quel tragico giorno, una volta gettata nel canale la donna era riuscita a rimediare al gesto estremo. Era tornata a casa con i suoi due bimbi, fradicia e scossa. Dopo aver confessato quel tentativo di suicidio al marito, con l’aiuto della famiglia la madre aveva denunciato il tutto ai carabinieri.
UN LUNGO PERCORSO
Nell’autodenunciarsi, di fatto la donna ha chiesto aiuto, conscia di non voler più arrivare ad una simile conseguenza. Ne è nato un lungo percorso di riabilitazione, psicologica e affettiva, che tuttora continua e che – lo si è confermato anche in sede di tribunale – ha dato importanti risultati e progressi. Lo dimostra il fatto, tutt’altro che banale, che i due bambini non siano stati allontanati dalla madre.
LA CONDANNA
Il tentato omicidio è un reato perseguibile d’ufficio. La Procura competente, cioè, procede nei confronti del responsabile di quel reato a prescindere dalla volontà della persona offesa, dunque della vittima. E così è stato nei confronti della madre, che è stata denunciata per tentato omicidio. Ieri mattina, per lei, è arrivata la condanna a 2 anni e 2 mesi. Una pena minima, considerata la gravità del reato, che tiene chiaramente in considerazione - merito del buonsenso, tra gli altri, del pm Maria Giulia Rizzo - il fatto che la donna si sia autodenunciata e che abbia intrapreso un percorso con le autorità competenti.
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