Padre e figlio complici condannati e multati per tentata estorsione

GALLIERA VENETA. Avevano chiesto di evitare il processo, scegliendo il rito abbreviato per usufruire dello sconto di un terzo della pena in caso di condanna. E la condanna è fioccata nei confronti di Giovanni Lucietto, 69 anni, e del figlio Nikolai, 40 anni, residenti a Galliera Veneta, con l’amico Giovanni Maschio, 55, di Roncade (Treviso) in via Principe. Il gup padovano Mariella Fino ha inflitto sei anni di reclusione e 8 mila euro di multa complessivi a Giovanni (4 anni per un capo d’accusa e 2 per un’altra serie), mentre agli altri due imputati è stata irrogata una pena di 8 mesi ciascuno con i doppi benefici della sospensione condizionale e della non menzione.
Nel marzo dell’anno scorso Giovanni Lucietto, ex titolare della Sten sas di Galliera, finisce in manette per tentata estorsione nei confronti di due fratelli imprenditori che si sono costituiti parte civile, tutelati dall’avvocato Pietro Someda. Di fronte a Simona e Franco Carturan, titolari della Carturan Trasporti srl con sede a Limena, Lucietto senior si era presentato spacciandosi per l’emissario di fantomatici imprenditori russi, potenti e senza troppi scrupoli. Che cosa pretendeva? La restituzione di un’area attigua alla sua villa, riacquistata dopoché era stata battuta all’asta per 400 mila euro. E all’asta, a metà gennaio 2011, era finito pure quel terreno, comprato dai Carturan rispettando una procedura del tutto legittima.
Ma fin da subito Lucietto non si era rassegnato alla perdita di quel piazzale e aveva cominciato a fare pressione sui Carturan, bussando alla loro porta i primi di febbraio. Gli imprenditori di Limena si erano rivolti ai carabinieri e i militari, coordinati dal maresciallo Pitzianti, si erano attivati posizionando delle cimici nella sede dell’impresa di autotrasporti in attesa di una nuova “visita”. Che non si era fatta aspettare insieme a una serie di segnali preoccupanti: il 31 gennaio cinque ruote dei rimorchi parcheggiati all’esterno della ditta di Limena erano stati bucati a colpi di calibro 22 con alcuni bancali in plastica; la settimana precedente, invece, era stato spento un focolaio sospetto vicino a un Tir. Nell’inchiesta sono stati coinvolti il figlio di Giovanni Lucietto e il collaboratore amico.
Cristina Genesin
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