Padre Formenton: «Li ho benedetti col Varese»

Lo storico prete dei biancoscudati: sarà allo stadio. «Il miracolo l’hanno già fatto, ora serve impegno»
PADRE PAOLO FORMENTON. Prete alla parrocchia del Buon Pastore
PADRE PAOLO FORMENTON. Prete alla parrocchia del Buon Pastore
PADOVA.
Nel pieno della disputa tra tifosi dell'ultim'ora e tifosi storici, siamo di fronte ad un uomo che, nell'ambiente, è una mezza leggenda. Stiamo parlando di don Paolo Formenton, padre rogazionista, parroco alla chiesa del Buon Pastore (Arcella), padrino di Stefano Fiore, amico di Nicola Amoruso, padre spirituale di Puggina e Giordani. È da sempre il prete del Padova Calcio. Quindi, a questo punto, la domanda è: poteva mancare in un momento simile? No, appunto. Ecco perché siamo andati a fargli due o tre domande.


Per esempio: da dove nasce questa amicizia con i biancoscudati? «Ai tempi di Sandreani ero il padre spirituale del Calcio Padova - racconta - mi allenavo con loro, cenavo con loro, trascorrevo il mio tempo libero con loro. Sono il padrino di Stefano Fiore e quindi mi sono inserito subito nell'ambiente. Tanto per dirne una, io ho fatto un gol a Bonaiuti. È successo durante il match tra preti e Calcio Padova, per festeggiare la promozione in serie A».


Ora siamo in un momento decisivo, si ricomincia a vedere la serie A... Sarà allo stadio domani? E domenica? «Domani sicuramente ci sarò, domenica sarà dura perché il giorno successivo inizia il grest con oltre 200 bambini». Ma una benedizione l'ha già data a questa squadra? «Certo, con il Varese. E, alla luce dei fatti, è servito. Il miracolo è già stato fatto. Ora è il momento di giocare bene e impegnarsi. Se si vince ok, se invece non si vince pazienza. L'importante è che i ragazzi dimostrino impegno, forza d'animo e tenacia negli obiettivi da raggiungere».


Quella di padre Paolo Formenton per i giovani, è una vera missione. «Mi sono sempre occupato di ragazzi difficili, ora sto seguendo un progetto per i senza fissa dimora. Abbiamo ristrutturato tre piani di un edificio e abbiamo fondato l'associazione: "La casa (che sta per Centro Accoglienza Sant'Annibale) rog". Due piani sono utilizzati per i senzatetto, quello intermedio come centro diurno per i minori. Attualmente abbiamo anche una quindicina di tunisini che vengono a pranzo. Siamo in collaborazione con la Caritas. Ma nonostante tutto questo lavoro, un po' di tempo per il mio Padova lo troverò eccome».
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