Padre Poiana deciso: «Non si impedisca di fare l’elemosina»

Povertà e solidarietà: padre Enzo Poiana, rettore della Basilica del Santo, replica alle iniziative del Comune: la carità è una pratica che da sempre fa parte della storia e dei valori del cristianesimo. "Colpire le organizzazioni, non l'ultimo anello della catena"
PIEROBON - PELLEGRINI POLACCHI AL SANTO. PADRE ENZO POIANA
PIEROBON - PELLEGRINI POLACCHI AL SANTO. PADRE ENZO POIANA

PADOVA. «L’elemosina va data». Su questo punto non transige padre Enzo Poiana, rettore della Basilica del Santo, che sottolinea come la carità sia una pratica che da sempre fa parte della storia e dei valori del cristianesimo. Nessuno dovrebbe prendersi la libertà di obbligare le persone a rinunciarci. Sia per quel che riguarda chi la chiede, che per quel che concerne chi la offre. Il rettore della Basilica si oppone dunque alla linea dura anti-mendicanti che ha scelto di adottare l’amministrazione comunale. Dal mese prossimo infatti, secondo quanto deciso dalla giunta, i questuanti non solo verranno fermati e multati ma verranno anche privati dei sodi raccolti con l’elemosina. Si confischeranno sia gli spiccioli tenuti in mano o accumulati nei cestelli posizionati di fronte ai vari accattoni, sia le monete contenute all’interno delle tasche dei mendicanti.

«Come faranno? Perquisiranno le persone? E poi dei soldi cosa ne fanno? Li sequestrano?», si interroga padre Enzo Poiana. «Mi chiedo se un’azione di questo tipo sia lecita. Non stiamo parlando di denaro rubato ma di offerte che derivano da scelte estremamente personali legate all’aiuto di persone bisognose e alla carità cristiana. Se io nella mia libertà do cinque euro a una persona non capisco perché questi soldi debbano essere confiscati».

Il rettore della Basilica, che tutti i giorni vede nella piazza del Santo o all’interno dei chiostri mendicanti e accattoni, spiega che il problema della petulanza, e spesso anche della violenza, andrebbe risolto dalla base. «Sono convinto che molte volte a capo di queste persone che chiedono l’elemosina ci siano delle reali organizzazioni criminali. La questione andrebbe sviscerata partendo da questo punto, non accanendosi con l’ultimo anello della catena, non andando a colpire i più deboli».

Padre Enzo Poiana nel suo discorso non vuole nascondere le difficoltà che frequentemente creano queste persone. «È vero che a volte sono insistenti e che si sono registrati durante l’anno episodi anche violenti, dalla spinta data a uno dei custodi, al confratello che qualche mese fa è finito al pronto soccorso con una spalla rotta. Ma ribadisco che non è prendendosela con i più disperati, che si può credere di risolvere il problema. Anche perché vedo che tanta gente si ferma a scambiare qualche parola con queste persone e ha piacere di aiutarle lasciandogli qualche moneta», prosegue il rettore del Santo.

«Mi rendo conto che la questione non è facile da gestire. Dalla parte della chiesa prevale sempre il valore della carità cristiana e della pietà verso le persone bisognose. Ritengo che non sia morale multare e soprattutto confiscare l’elemosina a chi ne ha bisogno, elemosina che sottolineo viene data in maniera libera secondo la sensibilità di ognuno».

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