Palazzo Monte di Pietà primo edificio storico al top per sostenibilità

Da una parte la storia e il patrimonio legato a essa ricevuto in dote. Dall’altra la lungimiranza. Ed è su questi due pilastri che si regge il nuovo primato di Fondazione Cariparo. La sua sede, palazzo del Monte di Pietà, da ieri è il primo edificio storico-bancario in Europa che non solo rispetta ma supera la normativa vigente in fatto di sostenibilità.
Parliamo di un edificio-monumento del 1500 che è stato valutato (oggettivamente) sul fronte dell’eco-sostenibilità, dell’efficienza energetica e della qualità della vita all’interno dei locali. A fronte di tale valutazione, Fondazione Cariparo ha conseguito la certificazione Leed “Gold”, acronimo di leader in environmental energy design, per palazzo del Monte di Pietà. Significa che sia il restauro sia la gestione della sede di piazza Duomo rispettano il massimo degli standard previsti dallo United States Green Building Council, l’ente terzo che sviluppa e gestisce la certificazione.
«Questa certificazione conferma la lungimiranza dell’allora presidente della Fondazione Antonio Finotti e dell’amministrazione in carica che, supportata da abili professionisti e tecnici, già dieci anni fa aveva colto l’importanza fondamentale del rispetto ambientale, manifestando la volontà concreta di gestire in modo consapevole le risorse, limitando le emissioni» ha sottolineato il presidente di Fondazione Cariparo Gilberto Muraro. «Salvaguardare l’ambiente con un approccio a tutto tondo è un dovere etico e civile verso il quale la Fondazione non ha mai mancato di rinnovare il suo impegno. Questo riconoscimento si basa anche sulla gestione in ottica sostenibile dell’edificio e quindi anche sulla sensibilità messa in campo da chi palazzo del Monte di Pietà lo vive quotidianamente, ovvero il personale della Fondazione che ha trasformato i propri comportamenti individuali per ridurne l’impatto ambientale. Questo è un riconoscimento che vogliamo condividere con la collettività tutta, con l’auspicio di diffondere un messaggio di rispetto dell’ambiente e un’idea di architettura sostenibile».
In ballo c’è sì il futuro del pianeta (su scala macro) e delle città (su scala micro) ma anche la qualità della vita di ognuno di noi. «Moltiplicate per 0,9 la vostra età e avrete il tempo che fin qui avete trascorso all’interno di un edificio» ha efficacemente esemplificato Alberto Ballardini di Habitech, società che ha seguito la certificazione. Provare per capire.
A consegnare il riconoscimento a Muraro è stato Kay Killman, presidente di Green Building Council Europa ma l’appuntamento ha offerto anche l’occasione per fare il punto su sviluppo sostenibile e futuro della città con, tra gli altri, Claudio Rebeschini (R&S Studio) e Renata Codello (direttrice della Fondazione Cini di Venezia). E sul tema, il presidente dell’ordine degli Architetti Giuseppe Cappochin ha lanciato un allarme. «L’Italia è un paese a tempo, bisogna intervenire urgentemente e non con interventi tipo bando Periferie che ha elargito a pioggia 18 milioni di euro. Del futuro delle città la politica, a livello nazionale, non si occupa. Per questo serve un’azione forte di sensibilizzazione». —
M.MAR.
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