«Paolo ha mollato i piombi ed ha tentato di risalire»

L’autopsia: emorragia interna per scoppio di capillare, cuore ok e polmoni vuoti Marino Masiero ricostruisce la manovra senza panico del fratello per riemergere
Di Nicola Cesaro

BAONE. Paolo Masiero è morto per un'emorragia interna successiva allo scoppio di un capillare.

Il cuore era perfetto e i polmoni vuoti. È quanto emerge dall'autopsia svolta ieri mattina dal medico legale Silvia Bavaresco e voluta dal sostituto procuratore rodigino Andrea Girlando. Paolo Masiero, geometra e subacqueo di 70 anni, è morto domenica al largo di Porto Levante. Si era immerso per toccare e visionare il relitto della Stella Maris, imbarcazione che si trova a circa 12 miglia dalla costa, a trenta metri di profondità.

«Quel malore che lo ha lasciato in fondo al mare poteva arrivare anche quando era fuori dall'acqua» spiega il fratello Marino, patron della Darsena Marina del Sole di Chioggia, che si lascia andare ad un pensiero molto profondo e toccante «Un uomo d'armi sta in battaglia e sa che può trovare la morte. Questo lo rende consapevolmente responsabile. Un uomo di mare sa, ogni volta che entra nel suo grembo, che può trovare la morte. Non per questo lo ama di meno. Tutti noi abbiamo respirato immersi nell'acqua per nove mesi nel grembo di nostra madre e abbiamo ricevuto la vita. Mio fratello era in simbiosi con il mare, come un bimbo in una placenta. Oggi che il tempo è compiuto, la sola consolazione che ci appartiene è che Paolo sapeva quello che faceva, conosceva il rischio ed il rispetto per il mare, e non per questo lo amava di meno». Il fratello Marino ricostruisce anche gli ultimi attimi di vita di Paolo: «Era in alto mare con l'amico Alfredo Guerra. Si erano dati il turno, come si fa quando si è in due in alto mare e qualcuno deve rimanere a presidiare la barca. Dopo 45 minuti, non vedendolo risalire, Alfredo ha capito che qualcosa che non andava. Lo scirocco, sopraggiunto nel frattempo, non permetteva peraltro di vedere le bolle che risalivano dalla sua respirazione. L'amico ha dato l'allarme ad una barca che stava arrivando in lontananza e si è gettato in acqua, non senza rischiare visto che lo scirocco avrebbe potuto far allontanare la loro imbarcazione». Paolo era a mezz'acqua. Aveva intuito che qualcosa in lui non andava: si era quindi liberato dei piombi e, per non risalire a velocità troppa sostenuta (creando seri problemi ai polmoni), aveva legato il proprio "filo d'arianna" ad una roccia. Non ha tuttavia fatto in tempo a risalire fino in fondo. «Anche se aveva perso tanto sangue, se era ormai debole e sicuramente impaurito, Paolo è riuscito a compiere una risalita da manuale. È morto dimostrando di essere un grande sub», chiude il fratello, che vuole ringraziare anche l'autorità giudiziaria per la celerità con cui è stato effettuato l'esame autoptico e con cui, ieri pomeriggio alle 16, è arrivato il nulla osta per il funerale. Per ora la salma del geometra resta in ospedale ad Adria. Il funerale. La cui data deve ancora essere fissata, sarà celebrato a Baone. Paolo Masiero lascia la moglie Venerina, le figlie Valentina e Aida, i fratelli Marino e Ivo e la sorella Maristella. Un altro fratello, Fiorenzo, era mancato a 47 anni per una malattia.

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