«Parco Galileo paga gli errori del passato»

PADOVA. Crescono i ricavi e diminuiscono le spese del Parco scientifico tecnologico Galileo, dal settembre 2014 sotto la guida Gasparotto-Fabris, mentre nel palmares delle consulenze aziendali illustri si aggiungono quelle fornite a Chicco e Barilla grazie alla partecipazione dei ragazzi della Scuola Italiana Design. Il parco scientifico di Padova, società partecipata che si occupa di formazione e consulenza tecnica e strategica per le imprese, aveva chiuso il 2014 con un buco di bilancio di circa 850 mila e ora indica in 130 mila euro il disavanzo di gestione nel primo semestre del 2015 contro i più di 500 mila euro dello stesso periodo dell’anno scorso.
«Camera di Commercio e Fondazione Cariparo finanziavano con circa 900 mila euro il Parco ogni anno ma nel 2014 hanno azzerato i fondi e il rischio era di arrivare a chiudere il 2014 in deficit per oltre 1 milione di euro – spiega Emiliano Fabris direttore generale di Galileo –. Abbiamo ritrattato i costi di affitto della struttura rinunciando a un piano sui tre a nostra disposizione, abbiamo tagliato i costi delle partecipazioni alle fiere di settore e delle trasferte, abbiamo beneficiato di un taglio dei costi del personale di vertice, messo a gara tutti i servizi eliminando le ridondanze, adottato la tecnologia VoIP per la telefonia e molto altro ancora».
Una piccola rivoluzione quella messa in piedi dalla gestione Gasparotto-Fabris, l’una docente universitaria reduce da una breve presidenza in Veneto Nanotech, l’altro già ai vertici di Start Cube, l’incubatore d’impresa dell’Università di Padova. «Ora il Galileo Park si regge su di un management intermedio composto da 7 figure, ciascuna con budget, obiettivi e responsabilità ben definiti ma che lavorano in sinergia superando lentezze, colli di bottiglia e quella logica dei compartimenti stagni che di fatto ingessava le potenzialità del Parco – spiega Fabris –. Non ci limitiamo più a proporre alle aziende design di prodotto ma seguiamo anche la progettazione e l’industrializzazione ricoprendo un ruolo importante nell’innovazione di processo per le Pmi del territorio che sono circa l’80% dei nostri clienti». I dati sembrano dare ragione al nuovo management: + 57% il fatturato relativo alla consulenza, +10% quello sulla formazione, a fronte dell’inserimento in Scuola Italiana Design di 6 nuovi insegnanti. «Quest’anno il Sid ha ottenuto 60 nuove iscrizioni, raggiungendo la propria capacità di accoglienza – conclude Fabrisi –. Le commesse continuano ad arrivare, 12 solo negli ultimi 2 mesi, ma anche a fronte di un impegno notevole è certo che un parco scientifico non può reggersi solo sulle sue gambe a meno di non farlo diventare un’azienda privata. Il famoso Frauhofer tedesco è finanziato per un terzo dai Lander, noi non chiediamo tanto ma senza un intervento pubblico pari a 1/4 o 1/5 del bilancio, la struttura non sarebbe più in grado di erogare al territorio tutti i servizi per cui è nata».
Riccardo Sandre
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