«Park di via Gattamelata caro, sporco e rotto Un insulto agli utenti»
Una delle due sbarre d’accesso è rotta da mesi, manutenzione e pulizia sono pressoché inesistenti, gli abbonamenti costosi e senza la garanzia di trovare posto. «È una situazione insostenibile quella che si sta verificando al Multipark di via Gattamelata». A parlare è un’operatrice dell’azienda ospedaliera che preferisce restare anonima ma che ogni mattina, provenendo da fuori provincia, è costretta a parcheggiare l’automobile nel parcheggio di proprietà dell’ospedale. «Il park versa in condizioni pietose, sia per quanto riguarda la manutenzione che per quanto riguarda la pulizia, entrambe inesistenti – denuncia la dipendente – Inoltre ormai da mesi uno dei due unici accessi al park è rotto. La sbarra non si alza più ed è stata piazzata una transenna a bloccare l’accesso. La cosa ovviamente causa file interminabili e blocco della circolazione in via Gattamelata. Quando per sbaglio qualcuno entra nello stretto viottolo del parcheggio, costantemente costellato di auto in sosta abusiva nonostante il divieto, e si rende conto di non volerci entrare a causa del costo elevato, si trova bloccato nel cercare di fare retromarcia».
In tanti hanno già fatto una segnalazione all’ufficio dell’azienda ospedaliera: «Ci rispondono ormai da mesi che stanno per cambiare gestore e che non intendono fare alcuna spesa. Ma intanto noi continuiamo a pagare l’abbonamento, e gli utenti giornalieri a pagare a 1,50 euro l’ora per la sosta».
Lamentele ci sono anche per gli abbonamenti, considerati troppo cari e senza alcun beneficio per i dipendenti dell’azienda ospedaliera. «Il costo dell’annuale una volta era agevolato per i dipendenti. C’era una sorta di graduatoria, che non viene aggiornata da 15 anni. Adesso invece l’abbonamento è identico a quello degli altri utenti, ed è di 750 euro all’anno. Non proprio poco». E senza avere la sicurezza di trovare un posto: «Gli abbonati non hanno neppure il posto garantito, per cui se si arriva e il parcheggio è pieno, bisogna anche andare altrove». —
Alice Ferretti
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova