Parte da Padova la campagna per salvare i piccoli cinema

Da gennaio 2015 stop ai film in pellicola, si userà solo il digitale. Ma i piccoli cinema non ci stanno: «Rinnovare l’impianto costa troppo»

PADOVA. Dal 2015 le case di distribuzione non forniranno più pellicole ma solo film in digitale: una rivoluzione che rischia di far sparire i piccoli cinema monosala. Cambiare o rinnovare l'impianto può costare infatti oltre 100 mila euro: «Ma le sale non ce la faranno», è la previsione dell’associazione esercenti cinematografici del Veneto. La Regione ha però stanziato 300 mila euro per aiutare i piccoli cinema.

Un appello per salvare le sale cinematografiche è stato lanciato dunque dal padovano Luca Proto (presidente degli esercenti cinema del Veneto) e da don Alessio Graziani (vicedelegato delle sale della comunità, cioè i «cinema parrocchiali»). «Senza un sostegno per l’adeguamento delle cabine cinematografiche alla tecnologia digitale, le sale ancora attive sul territorio del Veneto si vedranno presto costrette alla chiusura» spiegano.

La Regione ha raccolto il grido d’allarme, inserendo, grazie all’intervento dell’assessore alla cultura Marino Zorzato, 300 mila euro nel bilancio regionale destinati alla voce «digitalizzazione delle sale». «Il principio è stato accolto e non possiamo che apprezzarlo ma bisogna fare di più – aggiunge Luca Proto – perché con più di 100 sale da digitalizzare nel Veneto abbiamo chiesto almeno un milione di euro per cominciare».

«Con le risorse stanziate si potrebbero digitalizzare solo 8 strutture e questo è davvero insufficiente – aggiunge don Alessio Graziani – ed è per questo che chiediamo a tutto il consiglio regionale di incrementare il capitolo per consentire alle nostre strutture di sopravvivere, ricordando che con esse si tutela e difende uno degli ultimi punti di aggregazione e crescita culturale ed umano di giovani, ragazzi ed anziani».

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