Parte da Padova la guerra dei concerti: Zed contro il mega-manager

Azione dell’Antitrust: Arzenton si ribella allo strapotere del manager che per ritorsione annulla gli spettacoli di Elisa, Il Volo, Nek e altri: "Uno stupro commerciale"

PADOVA. «È un sistema di potere, una prova di forza violenta. Bisogna cambiare il mondo della musica live». Lo dice a viso aperto Valeria Arzenton, tra i tre soci della Zed, assieme a Diego Zabeo e Daniele Cristofoli. Parole pronunciate prima davanti alle telecamere di “Striscia la notizia” e poi anche davanti all’Antitrust, cioè l’Autorità garante per la comunicazione che, anche grazie alla testimonianza degli imprenditori padovani, ha aperto un fascicolo nei confronti Ticket One (società leader in Italia per la biglietteria) e Cts Eventim (azienda tedesca di produzione musicale che controlla la maggior parte dei promoter italiani) con il sospetto di abuso di posizione dominante, e le possibili aggravanti per minacce, ritorsioni e boicottaggio. Soprusi subiti in particolare da Zed e poi dal suo nuovo partner per la biglietteria, cioè Ticketmaster.

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IL MONOPOLIO



Da Padova passa dunque una “guerra commerciale” che potrebbe cambiare il panorama degli spettacoli live in Italia. Anche perché i concerti sono diventati uno dei motori del mondo musicale, dopo che la vendita di album nei negozi e di brani sugli store online non garantiscono più grandi guadagni ai cantanti e ai loro produttori.

Dal canto suo Zed, leader del Nordest in questo settore, rischia di perdere terreno a causa delle «minacce» e del «boicottaggio» del gruppo che in Italia controlla la maggior parte dei concerti, quello cioè legato a Ferdinando Salzano, il patron della Friends & Partners, che tra l’altro ha sposato una padovana, Barbara Zaggia.



La contestazione principale è che Ticket One avrebbe imposto agli organizzatori di eventi «clausole contenenti il diritto di distribuire in esclusiva la totalità o una rilevante quota dei titoli di accesso ai concerti». L’ipotesi su cui sta indagando l’Antitrust è che chi non sottostava alle condizioni fissate dalla società di biglietteria rischiava di finire vittima di ritorsioni.

I concerti cancellati



Ritorsioni che si traducono nella cancellazione di concerti già fissati o nell’impossibilità di organizzarne altri. Per Zed questo si è tradotto, ad esempio, in cinque date confermate, a ottobre prossimo, di Francesco Renga tra Padova, Brescia e Mantova, cancellate da un giorno all’altro. E poi anche Piero Pelù che avrebbe dovuto portare in città, al Gran Teatro Geox, il 16 novembre il suo “Benvenuto al mondo tour”, si è visto spostare alla Supersonic Arena, una discoteca di San Biagio di Callalta, nel Trevigiano.

E poi ancora altre attività programmate per il prossimo autunno e poi saltate: i concerti di Elisa, Gigi D’alessio, Il Volo, Fiorella Mannoia, Modà, Nek, e gli spettacoli teatrali di Ficarra e Picone, e del trio Panariello, Pieraccioni e Carlo Conti.



Eppure la struttura padovana del Geox è uno degli spazi per i concerti tra i più ambiti d’Italia, molto apprezzato anche dagli artisti. «Ma non possiamo sottostare a condizioni capestro, insostenibili anche con il tutto esaurito», ha spiegato Arzenton.

Sulla vicenda però anche molti artisti cominciano a volerci vedere chiaro: «Abbiamo ricevuto tante attestazioni di solidarietà – prosegue – E anche molti colleghi imprenditori di tutta Italia alzano la testa di fronte a questa situazione».

“Stupro” commerciale

Dal punto di vista nazionale la vicenda di Zed si inserisce in una frattura che attraversa il mondo della musica sulla figura di Salzano. Secondo quanto denunciato dalla trasmissione televisiva di Canale 5, l’ultimo festival di Sanremo, diretto da Claudio Baglioni (di cui Salzano è agente) ha ospitato, e dunque promosso, tantissimi degli artisti legati alla Friends & Partners di Salzano, società parte proprio di Cts Eventim, che a sua volta è socia di maggioranza di Vivo Concerti e Magellano.



«Questa situazione è iniziata a ottobre 2018, quando ci è stato imposto l’utilizzo al 100% di un unico canale distributivo di vendita dei biglietti attraverso Ticket One – racconta ancora Arzenton – Non possiamo accettare questa situazione e non ci piacciono i prepotenti». Un grido forte, dunque, a difesa della libertà di impresa ed anche della musica italiana.

Ma c’è il rischio che le arene padovane dei concerti (Geox, Fiera, Palasport San Lazzaro) possano restare a secco di eventi? «Assolutamente no – risponde l’imprenditrice di Zed – Noi abbiamo contatti diretti con gli artisti. Siamo sempre stati imprenditori, abbiamo fatto produzioni e investito sulle strutture. Noi dobbiamo rispettare il nostro territorio e il nostro pubblico. E non accetteremo che una multinazionale faccia uno “stupro commerciale” sulla nostra pelle».

«Se è vero quello che abbiamo visto in televisione, è grave che un imprenditore non possa liberamente fare il proprio lavoro perché un altro imprenditore più grosso usa la minaccia». È netto il giudizio di Roberto Marcato, assessore regionale leghista allo sviluppo economico, sulla vicenda Zed-Ticket One. Solidarietà è arrivata anche dal sindaco Sergio Giordani e l’auspicio di una soluzione positiva della vicenda dal consigliere regionale M5S Jacopo Berti.

L’assessore Marcato. «La premessa doverosa è che ci basiamo su quello che abbiamo letto e visto, ma che saranno gli organi competenti a trarre le dovute valutazione – aggiunge Marcato – Ma su alcuni principi bisogna essere fermi: non esiste che un imprenditore veneto possa essere vittima di pressioni di questo tipo. È un dato etico oltre che economico».

Certo il danno derivante dalla perdita di concerti potrebbe essere importante per il nostro territorio: «Sono eventi che portano merchandising, parcheggi, bar, ristoranti, treni, trasporti. C’è un’economia che si muove attorno a un concerto, che è un momento di aggregazione per tutti, per i giovani e per le famiglie – prosegue l’assessore regionale – Zed è un realtà importantissima del nostro territorio, che oltre a fare cultura portando star internazionali, è un fattore economico e di sviluppo di rilievo».

C’è la necessità dunque di far quadrato attorno a quello che potrebbe essere una sorta di “distretto della musica” che si sviluppa in particolare nella città del Santo: «Se abbiamo avuto concerti di primissimo livello a Padova è perché abbiamo Zed – conclude Marcato – E anche portare la città ad una centralità italiana nel mondo della musica fa bene a tutto il Veneto. Da padovano e da veneto è un’eccellenza che dobbiamo difendere».

Il consigliere Berti. Anche sul versante del Movimento Cinque Stelle arriva l’attenzione personale alla vicenda da parte del consigliere regionale padovano Jacopo Berti: «Solidarietà assoluta nei confronti degli organizzatori degli eventi di Padova che hanno permesso alla città di distinguersi nel panorama nazionale e internazionale, dando lustro e portando impresa sul territorio», è il commento dell’esponente pentastellato, che però prima di dare un giudizio nel merito vuole aspettare che il procedimento all’Antitrust arrivi a sentenza: «Sono sicuro che le autorità competenti valuteranno attentamente e potrà essere stroncata questa situazione».

Il sindaco Giordani. C’è anche il sindaco Sergio Giordani tra coloro che si sono affrettati a contattare Zed dopo il servizio di “Striscia la notizia”: «Padova vanta un primato europeo costruito con anni di fatica. Inoltre, ormai è chiaro che molti vedono nel Gran Teatro Geox la struttura più ambita d’Italia per i concerti live», osserva il primo cittadino che prova a tirare le somme della situazione che si è creata: «Non so se il successo del Geox disturba qualcuno o se esiste la volontà da parte di soggetti che amano più i loro profitti che il nostro territorio, di colpire un’esperienza per noi così importante – conclude il sindaco – É chiaro che il nostro territorio deve essere sempre a fianco delle nostre eccellenze per difendere asset strategici di sviluppo. E l’amministrazione comunale è pronta a farlo».

Sulla musica e sui concerti Padova ha deciso di investire per il futuro. C’è infatti il progetto di una grande arena da 17 mila posti, da realizzare probabilmente accanto allo stadio Euganeo a Padova Ovest, tra i “desiderata” del primo cittadino Sergio Giordani. Una proposta che ha trovato il sostegno forte del presidente dell’Ascom Patrizio Bertin, che non perde occasione per sollecitare l’amministrazione a fare presto con l’iter burocratico e autorizzativo.

Dunque il procedimento dell’Antitrust, in cui si è inserito anche Zed, serve anche a tutelare la sostenibilità di un progetto che per funzionare deve riempire una cinquantina di serate all’anno con eventi di respiro internazionale. La spesa ipotizzata come investimento per costruire l’Arena della musica infatti va dai 60 ai 70 milioni di euro, per cui bisognerebbe ricorrere ai grandi fondi internazionali.

L’opera infatti verrebbe realizzata interamente con fondi privati, mentre all’amministrazione toccherebbe occuparsi della logistica e della mobilità. L’esempio che si sta studiando è quello della Ziggo Dome di Amsterdam, un contenitore da 17 mila posti progettato esclusivamente per i concerti, ma adattabile anche a eventi sportivi come match di tennis.

Serve un’area da almeno 100 mila metri quadrati, di cui 10 mila solo per la struttura e i parcheggi e il resto per la viabilità. Una struttura che però non ingloberebbe le altre: il Gran Teatro Geox ospita eventi da 3 mila persone, la Kione Arena da poco meno di 7 mila mentre l’Arena arriverebbe a più del doppio. Si creerebbe dunque una rete in grado di ospitare eventi di ogni dimensione.

«Padova è diventata negli anni grazie a Zed un polo nazionale della musica leggera. Perdere questo patrimonio è un danno per la città, a maggior ragione se questo dovesse avvenire per pratiche sleali di monopolio. Per garantire a tutti pari opportunità l’Europa vigila con attenzione. Ed è per questo che ho presentato un’interrogazione».

Grazie all’europarlamentare Flavio Zanonato saranno anche le istituzioni di Bruxelles ad occuparsi del caso Zed-Ticket One. Anche perché le direttive europee sono molto rigide nel tutelare consumatori e imprese contro pratiche commerciali sleali, tanto che persino gli Stati possono essere sanzionati se non garantiscono uno dei principi basilari del libero mercato.

«Nelle ultime settimane inchieste televisive a livello nazionale hanno documentato le diverse azioni di ritorsione e boicottaggio nei confronti di Zed e probabilmente anche verso altri soggetti operanti a livello nazionale che non hanno il coraggio di denunciare i soprusi», si legge nel documento depositato all’attenzione della commissione europea da Zanonato, dove si chiede di verificare se sono stati violate le direttive comunitarie.

Ma il caso non si ferma a Bruxelles perché si muoveranno anche le istituzioni nazionali. C’è infatti un’analoga iniziativa in consiglio regionale su proposta del consigliere di LeU Piero Ruzzante. Mentre a Montecitorio anche il deputato dem padovano Alessandro Zan presenterà un’interrogazione parlamentare diretta al ministro dello sviluppo economico, nonché vicepremier, Luigi Di Maio.

«È importante che siano fatte tutte le verifiche e che l’autorità garante per la concorrenza accerti come sono andate le cose», afferma Zan. « Non possiamo permettere che una realtà importante per Padova sia penalizzata da comportamenti scorretti, soprattutto perché così ci perde tutta la città che negli ultimi anni è un punto di riferimento nazionale per il mondo degli spettacoli e dei concerti». Dal caso, legato all’ultimo Sanremo, si è occupata anche la commissione di vigilanza Rai.

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