Patteggiano i quattro rumeni accusati di aver assaltato la gioielleria Callegari

Si è chiuso con un patteggiamento allargato il procedimento penale aperto nei confronti di quattro rumeni accusati di aver messo a segno la rapina nella gioielleria G&L Callegari (nella foto) in...
FERRO - RAPINA CALLEGARI
FERRO - RAPINA CALLEGARI

Si è chiuso con un patteggiamento allargato il procedimento penale aperto nei confronti di quattro rumeni accusati di aver messo a segno la rapina nella gioielleria G&L Callegari (nella foto) in via Porciglia 21, il 28 gennaio dell’anno scorso. Consistente il bottino, visto che erano state svuotate due casseforti e diversi plateau esposti in vetrina contenenti anelli con diamanti, bracciali, orecchini, collier, fedi e collane. Inflitti 4 anni e 6 mesi di carcere oltre a 1.200 euro di multa a Marcel Constantin, 25 anni; 5 anni e 1.200 euro a Ciulei Liviu Fili, 28, e a Eduard Leonhardt, 29; 4 anni e 3 mesi con 1000 euro di multa a Cristian Virgil Coranga, 28, tutti detenuti nella casa circondariale di Padova, tranne l’ultimo nel carcere di Verona. E un motivo c’è: nella motivazione della sentenza il gup Cristina Cavaggion riconosce a Coranga «il corretto comportamento processuale dovuto anche alla collaborazione con le indagini e all’ammissione di colpa». A difendere gli imputati l’avvocato Massimo Munari con il collega Fabio Pasquale Crea (per Constantin e Leonhardt), il legale Alessandra Nava (per Fili) e l’avvocato Luca Milanese (per Coranga). I quattro dovevano rispondere di rapina aggravata, sequestro di persona e lesioni. Quella mattina in negozio si trovava Luca Callegari, 37 anni, figlio del titolare. Era solo e aveva appena alzato la saracinesca quando due sconosciuti erano entrati nella gioielleria a volto scoperto. Subito erano corsi dietro al bancone e avevano messo a terra l’orefice, sferrandogli in faccia una serie di pugni e poi continuando a colpirlo tanto da costringerlo a un intervento di chirurgia maxillo-facciale. Per agire liberamente dentro il locale, i malviventi avevano legato Luca Callegari sia alle mani che alle caviglie con nastro adesivo e un cordino, prima di ripulire tutto e scappare. Tuttavia i volti dei banditi (compresi quelli che, all’esterno, facevano da palo) erano stati filmati dalle telecamere a circuito chiuso della gioielleria. (cri.gen.)

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